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Intervista di Matt per Inc

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view post Posted on 10/11/2016, 17:29
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La band sta recuperando tutta l'attività promozionale distribuendo interviste a destra ed a manca e rilasciando anche molte informazioni interessanti su quello che sarà il futuro della band.
In questo caso parliamo dell'intervista che Matt ha rilasciato a INC.com, gli argomenti sono sempre un po' gli stessi per adesso: da dove è saltata fuori l'idea di rilasciare un disco a sorpresa, come hanno fatto ad organizzare tutto. Si parla anche di vendite e Matt afferma convinto che non contano tanto le copie vendute nella settimana di uscita del disco ma di quelle dei mesi successivi per valutare o meno il successo di un album. Interessante anche scoprire qualcosa su Matt, come il suo interesse per l'economia e di come i figli siano per lui come un'ancora che lo tiene con i piedi per terra.


Qua la traduzione completa per opera della nostra Camilla:

(IN)SOLITA INDUSTRIA MUSICALE: INTERVISTA ESCLUSIVA CON M. SHADOWS DEGLI AVENGED SEVENFOLD

Il cantante degli Avenged Sevenfold, M. Shadows, parla dell'industria musicale, dell'aver rischiato grosso, della collaborazione con Neil DeGrasse Tyson e del loro nuovo album "The Stage".

Se fai parte dell'industria musicale - un'industria il cui modello di guadagno e distribuzione è cambiato completamente nel corso dell'ultima decade - hai, essenzialmente, due scelte:
• lamentarti perché l'industria non è più come prima, o
• andare là fuori e spaccare di brutto.

La rock band multiplatino Avenged Sevenfold, ha scelto la seconda opzione, rifiutando di rilasciare un disco in modo tradizionale e far uscire a sorpresa il loro nuovo album "The Stage", criticato e acclamato, in versione sia digitale che fisica - probabilmente si tratta della prima rock band che lo fa - pochi istanti dopo un live show in cima all'iconica torre della Capitol Records a Hollywood, un evento rivoluzionario in realtà virtuale 3D/360-gradi trasmesso in streaming.

Il senso di sfruttare la nuova tecnologia risiede soprattutto nel fatto che "The Stage", il loro primo disco con la Capitol Records, è un concept album che esplora il mondo dell'intelligenza artificiale e si chiede cosa possa significare lo sviluppo della tecnologia - nel bene e nel male - per il futuro. (Il cantante degli Avenged Sevenfold ha inizialmente tratto ispirazione da un articolo scritto da Tim Urban).

E come se non bastasse, la traccia di chiusura del disco,"Exist", è un'interpretazione musicale di 15 minuti del Big Ben, caratterizzata da un intervento parlato dell'astrofisico Neil DeGrasse Tyson, scritto appositamente per l'album.

Quindi si: un'industria musicale assolutamente insolita.

(E non a caso, "The Stage" è un disco molto bello e anche molto intelligente. Quanto spesso lo si può affermare per un disco hard rock? E ha debuttato al #4 posto nella classifica Billboard principale e al #1 posto nelle classifiche Rock Albumes, Hard Rock Albums e Alternative Albums di Billboard.)

D: Parlami del marketing attorno alla realizzazione di "The Stage". Realtà virtuale su un tetto, rilascio a sorpresa... perché non scegliere la via tradizionale?

R: Il mondo sta cambiando e con lui anche il modo in cui consumiamo la musica. Ero uno dei più grandi sostenitori dei CD che si potesse trovare, ma quando sono nate la Apple music e le altre opzioni digitali, si sono adattate di più al mio stile di vita, come è successo a tutti. Il modo in cui acquistavo e ascoltavo la musica era cambiato. E' cambiato per tutti. Quindi perché non sfruttarlo?
Inoltre, quei tre mesi che precedono l'uscita di un disco ci hanno stufato. (Solitamente un'etichetta discografica precede l'uscita di un album rilasciando dei singoli, in modo da suscitare interesse, avviare delle prevendite, ecc...)
Quindi abbiamo deciso di fare le cose a modo nostro e dare ai nostri fans quello che volevamo noi. Artisti come Kanye, Radiohead e Beyoncé lo hanno fatto prima di noi e la cosa ci è piaciuta. I loro dischi sono usciti dal nulla e non c'erano preconcetti o recensioni a influenzare l'opinione di chi acquistava il disco prima che avesse la possibilità di ascoltarlo.
In questo modo, tutti hanno ascoltato il nostro album lo stesso giorno. E' stata un'esperienza nuova, priva di recensioni, speculazioni e voci. In questo modo devi prima ascoltare il disco e poi decidere.
Tutti questi fattori hanno influenzato la nostra decisione. E ovviamente avevamo bisogno di fare colpo per attirare l'attenzione. Ecco perché ce ne siamo usciti con questa idea di suonare sul tetto della Capitol Records, in realtà virtuale e in diretta streaming... stiamo cercando di fare delle cose che non abbiamo mai visto fare da altre band, in modo da regalare ai fan nuove emozioni.

D: Non ci avevo pensato finché non l'hai detto, ma sono vecchio ed è quello il modo in cui "vivevo" un nuovo album. Quando, ad esempio, uscì "Back in Black" andarono tutti al negozio di dischi il giorno del rilascio e poi di corsa a casa ad ascoltarlo.... non avevi idea di come sarebbe stato il disco.

R: E' una cosa che amavo quando ero ragazzino. Magari vedevi una recensione su una rivista come Rolling Stone... adesso invece ci sono già 150 recensioni prima che un album esca. Ci sono un sacco di opinioni là fuori, ma l'unica che conta davvero è la tua.
Anche con "The Stage", 15 minuti dopo il rilascio c'erano già recensioni. Ho pensato:"come hanno fatto a recensire 70 minuti di musica in un quarto d'ora?".
Siamo in una posizione in cui non dobbiamo fare per forza le cose in modo convenzionale, quindi non lo facciamo. E la risposta è stata fantastica.

D: Quanto è stato difficile pianificare e riuscire a rilasciare un disco senza una fuga di notizie?

R: Non è stato così difficile come di potrebbe pensare. In parte siamo stati fortunati, ma la maggior parte di tutto ciò ha a che fare con la nostra età. A 22 anni ne avrei parlato con tutti i miei amici e familiari e ci sarebbe stata sicuramente una fuga di notizie, ma ora che abbiamo 30 anni e siamo genitori siamo molto più coinvolti nell'arte, nella scrittura delle canzoni, teniamo un basso profilo e facciamo in nostro lavoro.
Inoltre, non andiamo in giro a parlare delle nostre strategie. Ci focalizziamo sulla realizzazione del disco che vogliamo fare.

D: Dato che la maggior parte delle vendite è su scala digitale, quanto è importante la realizzazione fisica di un album?

R: In realtà non so quanto sia importante. La copia fisica non ha lo stesso valore che aveva prima. E non sarà in giro ancora per molto. Ma avevamo bisogno di farla perché, contrariamente al country o a all'hip hop, i fan del rock tendono di più a comprare il prodotto fisico.
Rilasciare il prodotto fisico il giorno uno - senza che le persone che fosse già nei negozi - è stata una grande sfida per la Capitol, ma ci sono riusciti.

D: Una cosa del rilasciare a sorpresa è che cambia le misure, e non in tuo favore, sicuramente non dal punto di vista della percezione. Eppure, "The Stage" ha debuttato al #4 posto nella classifica Billboard.

R: Proviamo sentimenti contrastanti al momento. Sappiamo che avremmo potuto fare una noiosa pubblicità e far salire i numeri. Quando accumuli tre mesi di aspettative arrivi alla prima settimana che hai già venduto con i pre-ordini, i singoli...
Nel mondo in cui abbiamo fatto noi, i numeri riguardano solo la prima settimana. Come Kanye: i numeri della sua prima settimana erano bassi rispetto a quelli che avrebbe potuto fare se avesse rilasciato il disco tradizionalmente.

D: E questo rende più facile ai critici dire " Il loro nuovo album ha venduto solo..."

R: Sapevamo che sarebbe potuto succedere, ma sentivamo che valeva la pena rischiare.
Abbiamo considerato il tutto da una prospettiva a lungo termine. La media degli album che vengono rilasciato dopo il tipico periodo di tre mesi di pubblicità vede un calo delle vendite dell'80% nella seconda settimana. Certo, anche noi ci aspettiamo un calo del genere... ma ci aspettiamo anche che le vendite dell'album continuino per un lungo periodo di tempo.
Sono tanti sentimenti diversi, ma sono emozionato di fare qualcosa di nuovo. Sarebbe stato deprimente se avessimo seguito la solita vecchia strada. Fa molto 2009.
Attualmente abbiamo un disco che, rispetto al precedente, ha venduto meno copie nella prima settimana. E va bene: non puoi rompere le regole e aspettarti lo stesso risultato.

D: Credo che questo modello di rilascio sia più divertente per i fan. Mi piaceva tantissimi entrare in un negozio di dischi e scoprire che era uscito qualcosa di cui non avevo idea.

R: Un sacco di persone entreranno in un negozio di dischi e diranno: "Che diamine, un nuovo disco degli Avenged Sevenfold?"
E' figo. Cerchi di creare suspense ma non arrivi a tutti, e per alcune persone l'album sarà un sorpresa. In questo modo lasci che siano le persone a scoprirlo. E la risposta è stata molto positiva. Le persone dicono:" Grazie per averci risparmiato le briciole di pane".

D: Le band fanno soldi in svariati modi. Quanto è importante la vendita dell'album?

R: Le persone consumano la musica in modi diversi. Essenzialmente, però, il fatto che le persone ascoltino la nostra musica è fondamentale.
Per quanto riguarda l'acquisto dei dischi... è difficile dire quanto sia importante, ma sicuramente si vuole mantenere l'etichetta discografica felice e coinvolta.
Per noi non ci sarebbero problemi se vendessimo un sacco di dischi [ride], ma sappiamo qual è la realtà e che si tratta si una sfida, dato che le persone possono sentire la musica ovunque.
Se le persone ci rispettassero come artisti, saprebbero che glia diamo qualcosa di diverso ogni volta, che ci spingiamo oltre... anche questo rilascio a sorpresa aiuta a far capire alla gente che stiamo cercando di essere sempre innovativi.

D: Se qualcuno mi avesse detto:"Neil DeGrasse Tyson sta facendo un intervento parlato in una canzone" avrei alzato gli occhi al cielo, ma... funziona, davvero.

R: E' divertente perché quando gli abbiamo parlato ha detto: "Siete sicure di volere tre minuti e mezzo? John Lennon ha scritto "Imagine" e gli ci sono volute solo poche parole..."
Ma noi stavamo facendo il Big Ben, una grande idea per una canzone. Neil è stato la ciliegina sulla torta per il concetto di intelligenza artificiale ed esplorazione spaziale e ha scritto davvero delle belle cose per noi.
Quando lo abbiamo fatto abbiamo detto: "Le persone spegneranno lo stereo o ne rimarranno colpite", e la risposta è stata fantastica.

D: Immagino tu abbia iniziato come musicista e con il tempo sia diventato un uomo d'affari, promotore, ecc. Come è stato il processo?

R: Non c'è stato un processo formale. E' stata una lenta comprensione del mondo degli affari.
Una cosa alla volta. Non devi farlo per i soldi - ma se si fanno i soldi andranno o a te o a qualcun'altro. Quando lo capisci inizia a interessarti alla parte commerciale.
Inoltre, ho sempre avuto un interesse per l'economia, il mercato azionario, la valuta digitale... Sono interessato a tutte queste cose.
E' importante conoscere tutti i retroscena dell'industria musicale, ma si rischia anche di immergersi troppo in questa realtà e di dimenticarsi che si è lì per far musica.
D: Questo mi porta a un'altra domanda: la vostra causa con la Warner Brothers Records. (La band sta cercando di recidere il loro contratto, accusando che il loro giro d'affari ha portato a una deterioramento dei rapporti di lavoro tra la band e l'etichetta. Si sono avvalsi delle "regola de 7 anni", uno statuto della California che consente agli artisti di recidere il contratto di impresa personale dopo anni, posta l'esistenza di certe circostanze).

R: Siamo stati sotto quell'etichetta per parecchio tempo. Tom Whalley era l'amministratore delegato, i ragazzi dell' "Artisti e Repertorio" [Ndr: nell'industria musicale è una divisione di un'etichetta discografica] erano persone come Andy Olyphant... Abbiamo lavorato circa 10 anni con quel team. Erano molto aperti con noi. Avevamo un bel rapporto.
Dopo che Tom se ne è andato siamo stati sotto pochi diversi regimi, la direzione dell'etichetta è cambiata, le decisioni sono cambiate... e ci è sembrato che non fosse più l'etichetta con cui avevamo firmato e che conoscevamo. Sembrava che non ci seguissero. Eravamo una delle band dell'etichetta che vendeva di più, ma sembrava che non importasse. Erano focalizzati su altre band e altri progetti.
Quando abbiamo capito che non sarebbe più stata l'etichetta che faceva per noi, abbiamo esercitato la regola dei 7 anni che ci ha permesso di recidere il contratto.
Attualmente ci stanno facendo causa per danni e non vogliono perdere la causa, perché se succedesse se ne andrebbero anche molte altre band.
Lasciare l'etichetta è stato sicuramente un rischio, ma non ci faremo intimidire. Stiamo facendo quello che è importante per noi e che riteniamo giusto.

D: Secondo quel contratto vi mancava solo un album. Perché non rilasciare qualcosa per rispettare gli accordi?

R: Non rilasceremo un disco di cui l'etichetta non sa cosa farsi. E non rilasceremo un qualcosa di "fasullo", anche se è quello che molte persone ci hanno raccomandato di fare.
Vogliamo sempre fare della musica che ci tocchi nel profondo, che arrivi alla gente.

D: Ho chiesto a Roger Penske se gli piacerebbe ancora che qualcuno guidasse uno dei suoi camion gialli in affitto. Non vi è mai sembrato surreale l'aver venduto più ti 8 milioni di album e aver suonato per centinai e centinaia di migliaia di persone?

R: Sinceramente non mi sono mai dato il tempo di abituarmici.
Cerchiamo di restate con i piedi per terra. Siamo un gruppo di ragazzi con famiglie e bambini. Suonare ai concerti è fantastico, ma lontano dalle scene ho un figlio di 2 anni e uno di 4 che vogliono solo giocare a palla al parco... questo ti tiene con i piedi per terra.
 
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