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Recensioni sull'album The stage

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NirvanA7X
view post Posted on 10/12/2016, 10:37 by: NirvanA7X
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The Guardian

CITAZIONE
Rilasciato inaspettatamente nell'etere, a fine ottobre, The Stage è stato già ampiamente acclamato come una dei più convincenti lavori degli Avenged Sevenfold fino ad oggi. Come band metal della loro generazione che riempie gli stadi da entrambi i lati dell'Atlantico, i californiani avrebbero potuto essere perdonati per aver ripetuto i fragorosi e semplicistici inni di Hail to the King, invece hanno soffiato alla porta della creatività facendo un insano ammontare di idee di magnificenza prog-metal di 74 minuti. Il loro talento per i cori è evidente nelle più brevi e più nitide come Paradigm e God Damn, ma è la scandalosa opulenza di imponenti ballate come Higher e Roman Sky e le esagerate e candide in stile Muse di 16 minuti come Exist, che lo rende un soddisfacente salto in avanti. I detrattori possono puntare il dito su un trionfo di spettacolarità oltre che di sentimentalismo, ma è così esuberante, assurdo e colorito che l'unica risposta plausibile è di stare in piedi ed applaudire

NME
CITAZIONE
Gli Avenged Sevenfold dividono davvero gli appassionati del rock. Un lato li rimprovera come delle fighette con l'eyeliner il cui stile è più importante del contenuto. L'altro lato valuta la loro costante reinvenzione e gli epici live show, anche di fronte alle avversità.
E le cose sono andate veramente male per gli avenged. Nel 2009 il loro amato membro fondatore Jimmy ‘The Rev’ Sullivan è stato trovato morto per un'accidentale overdose. Un anno dopo pubblicarono Nightmare che fonde il loro sound metalcore con il loro più morbido hard rock ed è stato l'ultimo album tributo ad un amico caduto. Ma Nightmare è stato seguito da Hail to the King nel 2013, che era enormemente derivato dai Metallica e gli Iron Maiden in cui sembrava avessero perso la loro strada.
Ecco perché The Stage è così fondamentale per la band - è la differenza tra mantenere il loro titolo di headliner nei festival o scivolare lentamente nel dimenticatoio. Le cose sono iniziate bene ad ottobre, quando hanno fatto uscire la title track e primo singolo, con il suo organo spettrale e le chitarre crescenti, è stato convincente fino alla fine dei suoi otto minuti. Il resto dell'album non ha errori. Paradigm è la più sofisticata nel testo di quanto lo siano stati prima immaginando un mondo ad intelligenza artificiale guidato dai robot, mentre God Damn è thrash con la batteria a doppio pedale e cori rock. Il produttore Joe Barresi (Queens Of The Stone Age, The Melvins) sembra essere perfetto, anche se è riuscito a rendere la voce di M. Shadows di solito esplosiva con suoni sottili e nasali, più evidente nelle ballate Angels e Roman Sky.
Gli Avenged hanno stranamente gettato tutto all'aria con questo disco, dal reclutamento dell'ex batterista dei Bad Religion Brooks Wackerman, allo streaming dell'ambizioso show a realtà virtuale, fino ai misteriosi deathbat apparsi nei punti di riferimento in tutto il mondo. E con la canzone degna di nota Exist finisce con il monologo dell'astrofisico Neil deGrasse Tyson, è evidente che la band ha iniziato un nuovo capitolo in cui apprezzano, piuttosto che diventare, le loro influenze. Sono veramente arrivati.
 
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12 replies since 28/10/2016, 22:18   539 views
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