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Video intervista a Matt e Brian da We Need To Talk

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view post Posted on 4/12/2014, 18:41
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Meglio tardi che mai, dice il detto. Ebbene, il canale youtube tedesco dedicato ad interviste musicali We Need To Talk ha infatti caricato un paio di giorni fa una lunga intervista risalente all'estate 2013 quando la band è venuta in Europa prima dell'uscita di Hail to the King a fare un breve press-tour.
Nonostante siano passati un'anno e mezzo, i 45 minuti d'intervista è stata finalmente pubblicata.
Potete godervela qua sotto:

Video

Cercheremo di fornirvi un riassunto degli argomenti trattati prima possibile.
 
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view post Posted on 5/12/2014, 22:18
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RIASSUNTO DELL'INTERVISTA:

Dopo il rilascio di "Nightmare" la band è stata in tour per un po', prima con Mike Portnoy, che li ha aiutati molto in studio e poi con Arin Ilejay. Il passo successivo è stato registrare "Hail to the king".
Durante il tour di "Nightmare" hanno suonato anche per le truppe statunitensi in Iraq. Andare di campo in campo e suonare per queste persone che rischiano la vista ogni giorno è stata una bella esperienza anche se un po' paurosa. Infatti dovevano indossare spesso caschi e giubbotti antiproiettile per motivi di sicurezza.
Nonostate "Nightmare" sia stato considerato il capolavoro degli Avenged Sevenfold, i ragazzi non si sono sentiti particolarmente pressati dalle aspettative per il nuovo album. Avevano un'idea precisa di ciò che volevano realizzare, un disco audace su cui hanno lavorato sodo, senza far troppo caso alle critiche. La realizzazione di "Hail to the king" è stata un'evoluzione lenta e consapevole.
E' stato divertente vedere come dopo il rilascio del singolo, un qualcosa creato con mesi di lavoro, la sua diffusione sia stata istantanea tanto quanto i commenti che l' hanno seguita.
Il titolo è stato scelto quando è nato il figlio di Matt. Lo hanno scelto perché è un qualcosa di forte che rispecchia parte della natura umana; tutti vorrebbero essere dei leader.
Tutto il disco è permeato da una certa atmosfera, da delle tematiche che ritornano sempre. Tuttavia non si tratta si un concept album. Forse lo è dal punto di vista musicale, ma i testi non sono collegati tra loro.
La copertina doveva essere originariamente quella rilasciata con il singolo "Hail to the king", ma i ragazzi si sono resi conto che non era esattamente ciò che volevano. Essendo l'album di stampo più classico rispetto agli altri, hanno preferisce scegliere il deathbat.
"Hail to the king" è anche il primo disco che gli Avenged Sevenfold hanno scritto senza The Rev. Di base la dinamica di scrittura non è cambiata, eccetto per quei 3 o 4 pezzi pazzeschi che Jimmy era solito comporre; tuttavia all'inizio è stato difficile registrare senza di lui. I ragazzi si son dovuti prendere il tempo necessario per riordinare le idee e istruire Arin, ma dopo mesi di lavoro sono fieri di ciò che hanno composto. Tuttavia, "Hail to the king" non segna un nuovo inizio dopo la scomparsa del batterista, ma piuttosto un continuo di quello che hanno fatto finora e un mondo per mantenere vivo il ricordo di Jimmy. Il cambiamento è sempre stata una costante nella carriera degli Avenged Sevenfold ed era inevitabile che anche questo disco fosse diverso dagli altri. La differenza con "Nightmare" è, infatti, molto chiara: in quel disco era tutto molto condensato, mentre ora ogni singolo strumento si distingue chiaramente e impone con efficacia la sua presenza.
Gli Avenged Sevenfold sono molto orgogliosi di ciò che sono ora e i loro obiettivi rimangono gli stessi: cercare sempre di migliorarsi, registrare nuovi album, metter su degli show sempre più epici e far crescere il fanbase, che per loro rappresenta una vera a propria famiglia. Ma la cosa di cui sono più orgogliosi è di essere uniti, prima di tutto, da una grande amicizia.
 
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