Girovagando sul web ho trovato questo articolo dedicato a Jimmy nella rubrica -
a tutta musica - di diregiovani.it e devo dire che secondo me è bello, scritto bene, insomma un pensiero carino per ricordarlo...
'Come posso vivere senza coloro che amo?
Ogni tanto cerco di trovare un posto nella mia mente,
dove tu possa stare,
tu possa stare sveglio per sempre.'
(So far away - Avenged Sevenfold)
Forse è solo una semplice conincidenza, oppure esiste davvero una maledizione che si scaglia contro gli artisti della musica alternativa?
Quasi due anni fa, precisamente il 28 dicembre del 2009, si è aggiunto un altro nome alla lista nera delle morti nel mondo della musica: l'eccellente batterista Jimmy Sullivan, soprannominato “The Reverend”, noto per essere uno dei membri principali della band hard rock di Orange County (California), Avenged Sevenfold.
Ovviamente, tutto ciò non ha suscitato molto scalpore tra la gente, un po' perché gli Avenged Sevenfold non sono molto commerciali, un po' per il fatto che i ragazzi di oggi preferiscono ascoltare altri generi musicali.
Ma bisogna ricordare che la musica non è solo un insieme di note create al computer e finalizzate ai balli in discoteca. O per lo meno non è SOLO quello.
Purtroppo, però, i giovani d'oggi tendono ad escludere categoricamente tutto ciò che li renderebbe 'diversi' dalla massa. Quindi, sono pochi quelli che possono dire di aver conosciuto il talento e la bravura di questo batterista.
Ma è giusto comunque che gli si dedichi uno spazio per l'anniversario della sua scomparsa.
James "Jimmy" Owen Sullivan, in arte The Rev nasce a Huntington Beach, il 9 febbraio del 1981.
The Rev studiò in una scuola cattolica (la St. Bonaventure) nella quale conobbe Matthew Shadows, attuale cantante degli Avenged Sevenfold, ma dalla quale fu espulso il secondo anno. Cercò allora di studiare all'Huntington High e in un riformatorio, ma fu da entrambe espulso.
Successivamente creò con Matthew Shadows e con Zacky Vengeance gli Avenged Sevenfold nel 1999. E da lì, iniziò la sua ascesa nella carriera di batterista. Morirà, poi, a soli 28 anni, in un solitario albergo, a causa di un mix di farmaci e alcolici. I rumors più attendibili affermano che si sia suicidato per una delusione d'amore.
Ma rimane il fatto che Jimmy è morto nel pieno della sua giovinezza.
Si può notare come la sua vita non sia esattamente simile a quella di un santo. Ma è proprio per questo fatto che spesso la gente cade in errore. Quante volte abbiamo letto sui giornali, o su internet, che alcune mamme avevano ordinato ai loro figli adolescenti di non ascoltare più il rock, comunemente chiamato dalla massa 'la musica del diavolo'?
Troppe volte, forse.
E sicuramente nella lista delle band proibite ci sono finiti anche gli Avenged Sevenfold, probabilmente per le biografie un po' troppo spinte dei membri della band.
Questo spiegherebbe il motivo per cui gli Avenged non sono molto conosciuti tra i giovani.
Ma alla fine, come si può giudicare un artista dalle vicissutidini della sua vita?
Dopotutto, anche Kurt Cobain non era decisamente un santo... eppure ora è una leggenda!
Anche perché, se ci si fermasse per un attimo ad ascoltare i testi di questi ragazzi californiani, si capirebbe che non sono poi così distanti dalle persone comuni, anzi, forse sono più simili a noi di quanto ci potremmo immaginare. L'unica nota stridente delle loro canzoni è quel velo di malinconia perenne che le avvolge, quasi a diventare un doloroso lamento di un 'io' irrequieto che non riesce a liberarsi dalle catene della società.
Le loro sono parole dure e tristi, che, secondo l'ideologia odierna, non dovrebbero nemmeno passare per l'anticamera del cervello ad un ragazzo della loro età, ed essere trasmesse ad altri giovani. Quindi, si direbbe che la loro unica colpa è quella di essere troppo profondi nei loro temi, e poco banali come ci si aspetterebbe da una band commerciale.
Una colpa che, però, se da una parte a molti fa rabbia, ad altri piace.
Ed è proprio questa piccola percentuale di persone, amanti degli Avenged Sevenfold, che considerano The Rev uno dei migliori batteristi della storia della musica.
Ma alla fine, Jimmy Sullivan chi era?
Un ragazzo che amava suonare la sua batteria insieme ai suoi amici, prima che compagni, di band.
Un amico a cui è stato dedicato tutto l'ultimo cd, Nightmare. Un cd carico di amore, di parole dolci ma struggenti. Parole di quattro ragazzi che si sono trovati a dover decidere, se continuare o meno, senza il loro migliore amico, ciò che era iniziato come un sogno, ma che poi è diventato un incubo. Non si sa bene ancora, a distanza di due anni, cosa abbiano deciso di fare i quattro membri della band.
Sicuramente Jimmy avrebbe voluto che almeno i suoi amici continuassero il cammino che avevano iniziato insieme, anche senza di lui. A questo punto l'unica frase che passerebbe nella testa di chiunque, e che ormai è diventata quasi un caposaldo della musica, è: The show must go on.