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Metal Hammer ci racconta la storia dietro A Little Piece of Heaven

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view post Posted on 17/12/2020, 18:41
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Anche se di A Little Piece of Heaven ormai si conosce praticamente ogni retroscena a 13 anni dalla sua uscita, Metal Hammer ha deciso di analizzare quella che probabilmente è la canzone più amata dal fandom della band nella loro rubrica "The Story Behind The Song".

"Suona come una colonna sonora di un film del grande Tim Burton, anche se non lo è, A Little Piece of Heaven rappresenta il momento in cui gli A7X sono quasi diventati Danny Elfman imitando il leggendario compositore al massimo utilizzando nelle registrazioni i suoi collaboratori dei tempi degli Oingo Boingo: Steve Bartek e Marc Mann.
Legata da una melodia un po' tetra al pianoforte, con viole, tromboni, clarinetti e cori ed anche un dannato sassofono o due, la canzone del 2007 rimbalza equamente tra il malvagio ed il malinconico, per esplodere poi in un esplosione di corni, rollate di batteria, urla e archi. Potreste non essere troppo sorpresi dal fatto che questa canzone, come molti altri momenti unici degli A7X, è nata principalmente dalla mente del loro batterista The Rev."
Nell'articolo interviene anche il nostro Gates che ci racconta di come la canzone inizialmente fosse stata accantonata perché richiedeva un sacco di lavoro, fu Matt ad insistere con il resto della band affinchè fosse completata. Racconta anche che era stata pensata per un Ep di Halloween che volevano rilasciare prima dell'uscita del disco vista la mole di canzoni che avevano in lavorazione ma che poi i piani sono cambiati. Non appena la canzone terminata è stata fatta ascoltare ad amici e dirigenti dell'etichetta è stato chiaro fin da subito che dovesse far parte del disco e non essere limitata a b-side.

Ecco la traduzione completa dell'articolo:

Suona come una colonna sonora di un film del grande Tim Burton, anche se non lo è, A Little Piece of Heaven rappresenta il momento in cui gli A7X sono quasi diventati Danny Elfman imitando il leggendario compositore al massimo utilizzando nelle registrazioni i suoi collaboratori dei tempi degli Oingo Boingo: Steve Bartek e Marc Mann.
Legata da una melodia un po' tetra al pianoforte, con viole, tromboni, clarinetti e cori ed anche un dannato sassofono o due, la canzone del 2007 rimbalza equamente tra il malvagio ed il malinconico, per esplodere poi in un esplosione di corni, rollate di batteria, urla e archi. Potreste non essere troppo sorpresi dal fatto che questa canzone, come molti altri momenti unici degli A7X, è nata principalmente dalla mente del loro batterista The Rev.

"E' stata una sorta di evocazione del genio di Jimmy" conferma il chitarrista Synyster Gates "aveva tutte queste parti in mente e ha sempre suonato il piano. Ovunque ci fosse un dannato pianoforte lui l'avrebbe suonato e sarebbe stata musica inedita. Quindi ha voluto finire questa canzone perchè ha iniziato a mettere insieme diverse parti e ha trovato questo ritornello fantastico. Jimmy non era il tipo di persona che necessitava di una pacca sulla spalla ma era davvero fiero di quel ritornello. E' nato un po' come uno scherzo: quando lo cantava ricordava un po' Scooby Doo. Pensava anche fosse un po' banale come jingle, molto orecchiabile e melenso. Ma ha pensato che fosse anche divertente sovrapporlo al resto del testo e tutti quanti l'abbiamo adorato."

Ah si, il testo. Se A Little Piece of Heaven suona un po' come un sequel dimenticato di Nightmare Before Christmas, il testo sembra qualcosa tra la tortura, il porno e l'horror; raccontando la storia di un uomo che uccide la sua dolce metà ma che ne preserva il corpo per i suoi bisogni nefasti. Se non fosse che lei torna indietro dal mondo dei morti e uccide lui. Quindi anche lui torna indietro dal regno dei morti ed i due si uniscono in sacrilego matrimonio che diventa presto una romantica follia omicida di massa. Ascoltate, questa roba non sono di certo i Coldplay ok?
Must have stabbed her 50 fucking times, I can’t believe it. Ripped her heart out right before her eyes. Eyes over easy, eat it eat it eat it!’ urla The Rev nel pre-ritornello, la band deve sicuramente essersi divertita un sacco nel curare questo tipo di narrativa violenta ma comica che su Twitter avrebbe suscitato un pandemonio se fosse stata rilasciata oggi.

Sorprendentemente, nonostante sia una delle più solide canzoni del loro self-titled, la canzone quasi era rimasta fuori dalla tracklist finale e M.Shadows ha dovuto davvero insistere molto con il resto della band per convincerli a dare la vita una delle loro canzoni più elaborate in assoluto.

"Volevamo metterla in un EP di Halloween, è così che abbiamo iniziato a lavorarci sopra" spiega Syn "Ma avevamo così tante canzoni e ci stavamo autoproducendo il disco... ad essere onesti io e Jimmy non volevamo lavorarci sopra perchè gli arrangiamenti erano un lavoro davvero impegnativo da fare. Ci eravamo un po' arresi a riguardo e dobbiamo ringraziare Matt perchè ha continuato ad insistere ed insistere. La voleva per Halloween. Io invece non volevo davvero fare questo Ep per Halloween a dirla tutta. Volevo solo finire quel dannato disco e Jimmy la vedeva esattamente come me."

Alla fine, con il resto della band convinta da Shadows per cui quella canzone valesse la pena di essere conclusa, le cose hanno iniziato a mettersi a posto in studio e gli A7X si sono resi conto di avere trovato l'oro.

"La canzone ha iniziato a prendere vita" ricorda Syn "nel momento in cui abbiamo iniziato a registrarla, tutti quanti abbiamo capito che avevamo qualcosa di speciale. Quando le stelle si allineano come in quell'occasione e hai Steve Bartek e Marc Mann - ragazzi degli Oingo Boingo - allora capisci che stai facendo qualcosa di fottutamente pazzo e anche grande."

Nel momento in cui le persone attorno alla band hanno iniziato ad ascoltare per la prima volta la canzone conclusa, hanno capito subito che non poteva essere una canzone da mettere in un Ep, doveva trovare assolutamente il suo posto nel prossimo album.

"Mi ricordo che l'etichetta ascoltandola ci ha detto 'questa non è una canzone per un Ep di Halloween, questa deve essere inserita nel disco'" racconta Syn "noi ci sentivamo un po' intimidati nel mettere qualcosa del genere in un disco, ma il nostro motto e la nostra etica era di essere fottutamente senza paure. Il Selftitled è un compedio del ridicolo" -ride- Ci sono canzoni con l'auto-tune alla voce, canzoni country e altre robe del genere; sarebbe stato come tradire noi stessi e comportarsi dai più grandi ipocriti del mondo se non l'avessimo inserita ALPOH."

Dopo più di una decade da allora, Syn guarda indietro ad A Little Piece of Heaven come ad uno dei punti di riferimento più grandi degli A7X con il quale dovranno sempre misurarsi in futuro... ed è felicissimo di poterlo fare.

"Sono davvero grato di averla fatta perche per me è come se avessimo creato una canzone che regge al test del tempo ed è una delle più grandi canzoni mai scritte; come una Bohemian Rhapsody o una Stairway to Heaven. Anche se non sono stato io a scriverla sono forse ancora più orgoglioso di averla potuta apprezzare dal punto di vista di un fan. Ed è stato il mio migliore amico a crearla."
 
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