Avenged Sevenfold Italia -  www.avengedsevenfolditalia.it

Synyster intervistato da Two Doods Review

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 28/9/2018, 07:17
Avatar

Utente

Group:
Crew
Posts:
1,728
Location:
Catania

Status:


Jave Patterson di Two Doods Review ha avuto modo di intervistare il nostro Synyster Gates per parlare dell'uscita dell'EP Black Reign, di The Stage, dei piani futuri della band e del recupero vocale di Matt.

Video

CITAZIONE
D: Synyster Gates degli Avenged Sevenfold, congratulazioni per il rilascio del nuovo EP, Black Reign, per Call Of Duty: Black Ops. Questo EP è una sorta di best of di Call Of Duty.
R: Si, sono anche le nostre uniche canzoni di Call Of Duty [ride].

D: Come mai tutte queste collaborazioni con il franchise di Black Ops?
R: (scherzando) perché siamo riusciti a ingannare questi talentuosissimi ragazzi e a fargli mettere la nostra musica nel videogioco. Seriamente, non potremmo apprezzarlo di più, ma non capiamo cosa diavolo avessero in mente. Sai, siamo tutti amici, i creatori sono davvero delle persone fantastiche e siamo stati molto fortunati a instaurare un così bel rapporto con loro. Si sono affidati a noi per la creazione di materiale che sapevano gli sarebbe piaciuto e che avrebbero potuto usare per il gioco. A quanto pare non li abbiamo delusi e siamo immensamente grati per questa amicizia.

D: Pazzesco. La vostra musica ha certamente arricchito la giocabilità di Call Of Duty: Black Ops. Senti, sono curioso, come si rivolgono a te i tuoi familiari? Per esempio quando vi riunite per il Ringraziamento o a Natale, cosa ti dicono, "Ehi Synyster, passami la salsa!"
R: Ahahah, assolutamente! Devo suonare in un angolo, c'è un piccolo palco accanto al tavolo. Si, sai com'è, siamo tutti una famiglia...

D: Tu vieni da una famiglia di musicisti, giusto?
R: Si, ci sono un sacco di musicisti in famiglia, anche di successo. Dovrei essere il bambino prodigio, ma non è così.

D: Capito, sei più la pecora nera, tutti hanno sviluppato dei progetti musicali più raffinati, mentre tu sei quello che suona rock e metal.
R: Si, sono quello che fa rock e metal.

D: Tornando al vostro ultimo album, The Stage, mi sembra che abbiate usato un approccio differente, voglio dire, la canzone che lo conclude dura 15 minuti e si avvicina al progressive rock. Questo rispecchia le intenzioni iniziali degli Avenged Sevenfold?
R: Assolutamente si. Musicalmente parlando, ritengo sia uno dei nostri più grandi successi. E sicuramente è il nostro più grande traguardo senza The Rev. Sai, ci sono tanti modi per quantificare un risultato. Dal punto di vista delle vendite questo disco non è stato il migliore, ma in generale le cose sono andate meglio rispetto ai grandi rilasci. Certo, non è arrivato al numero uno, ma è stato il disco con le migliori recensioni di tutti i tempi. Sicuramente è l'album più polarizzante, ma credo sia una caratteristica di questo tipo di dischi. Ne sono molto orgoglioso e ci ha reso molto più uniti di tanti altri gruppi che si truccano e poi salgono sul palco a recitare una parte. Ci ho sempre considerati come un insieme e non come singoli e i miei amici non mi sono mai sembrati così talentuosi come ora. Sono sempre stato molto fiero di questa band. Abbiamo sempre lavorato seguendo determinati parametri e anche con la canzone di 15 minuti, ci siamo resi conto che sarebbe stata troppo lunga e abbiamo scelto di farla per il 99% strumentale. Sono contento di questa decisione.

D: Capisco. Penso che siate molto intelligenti a non cadere nella trappola in cui cadono molte band una volta che raggiungono il successo. La pressione dell'etichetta discografica e delle persone dietro le quinte fa si che molti gruppi realizzino album tutti uguali. Al livello in cui si esibiscono oggi gli Avenged Sevenfold, quanto è stato difficile separare il dover rispondere a qualcuno della propria arte dal creare qualcosa di gratificante per se stessi in quanto artisti? È vero che bisogna accontentare il pubblico, ma immagino che voi non vogliate realizzare sempre lo stesso album.
R: Penso che siamo stati molto fortunati, perché abbiamo avuto sempre tutti la stessa mentalità sin dal primo giorno e abbiamo sempre fatto quello che volevamo. Non si abbandona la nave se le cose vanno male nei primi tre mesi, si continua a seguire il piano. Se poi provi a sperimentare qualcosa di nuovo alla fine è la passione a guidarti e verrà fuori un risultato migliore di una cosa riciclata e non autentica. Abbiamo sempre voluto essere noi stessi. Se l'ultima volta si trattava di un disco progressive, il prossimo potrebbe essere più orientato sul groove. Preferiamo spostarci su qualcosa di diverso, dopo un lavoro del genere ti ritrovi talmente prosciugato che ti sembra di aver esaurito le idee, proprio perché siamo soliti esplorare pienamente ciò in cui ci siamo immersi, e continuiamo a farlo fino allo sfinimento. Sono certo il nuovo album sarà completamente diverso, ma penso anche che, se abbiamo imparato la lezione, la cosa più importante da fare sia avere maggiore fiducia delle persone che ti circondano e lasciargli fare il loro lavoro. Se si tratta dell'aspetto commerciale del disco è importante ascoltare ciò che pensano sia innovativo, non dobbiamo per forza abbracciare tutti i generi. E penso sia quello che faremo con il prossimo album.

D: Ripensando ai problemi che ci sono stati con la Warner Brothers e al seguente accordo con la Capitol Records, ritenete che tutta questa esperienza sia stata in qualche modo una lezione di vita?
R: È difficile da dire. Stiamo parlando di una sorta di momento di transizione che ha preceduto il rilascio dell'ultimo album. Non ho ancora avuto modo di digerire tutto il ciclo del disco. Col senno di poi il rilascio del disco sarebbe potuto essere leggermente diverso e avremmo dovuto avere un po' più di fiducia nei nostri collaboratori. Ma era una situazione nuova ed eravamo molto emozionati... sai, un rilascio a sorpresa! Pensavamo fosse abbastanza folle da poter funzionare. Forse avremmo dovuto fare più domande, adoro fare domande stupide alle persone intelligenti, è uno dei miei passatempi preferiti [ride]. In quell'occasione non ne abbiamo fatte abbastanza e... ripensandoci per un momento è solo questo quello che cambierei.

D: Forte. Come va la voce di M. Shadows? So che avete dovuto concludere in anticipo il tour per via...cos'era, un polipo o qualcosa di simile sulle corde vocali, giusto?
R: Si, un nodulo, una sorta di vescica. Sta molto meglio, diciamo che ora vede la luce alla fine del tunnel. Oramai è alla fine di questi due mesi di recupero iniziati non appena siamo tornati a casa. Sai com'è, con i bambini che tornano da scuola e il padre che non può nemmeno sussurrare, perché sussurrare è anche peggio di parlare... non poteva dire una sola parola e non è stato facile, ma lui è un tipo molto diligente e ostinato. Ed è venuto a tutte le feste, in silenzio in un angolo, mentre gente ubriaca gli chiedeva come mai non potesse parlare e lui rispondeva con sorrisi e cenni del capo. Però è stato fantastico vedere quanto si dedicasse alla cura della sua voce. Comunque ora è qui dietro l'angolo che sta facendo un po' di rumore [ride].

D: Gli Avenged Sevenfold suonano ai festival più importanti del mondo. Avete condiviso il palco con i Metallica, avete rivendicato voi stessi come musicisti e artisti. Cosa c'è ancora nella vostra lista dei desideri?
R: Oh, amico. Una tecnologia rivoluzionaria. Voglio creare qualcosa di incredibile che interessi miliardi di persone. Un cosa da niente.

D: Magari una versione metal di We Are The World.
R: Esatto, è un'idea geniale.

D: Senti, sono anch'io un chitarrista e sono curioso di sapere qual è il tuo peccato musicale, magari quando sei a casa o suoni per gli amici. Cosa ascolti?
R: Ascolto e suono qualunque cosa. Non necessariamente bene, ma mi piace suonare il country jazz, la musica classica... tanti generi diversi. Ascolto un po' di tutto, non sono così schizzinoso quando si tratta di musica, crescendo ho imparato ad apprezzare e amare melodie e armonie diverse. E poi c'è sempre l'elemento della produzione o il modo di scrivere... è diventato quasi educativo per me, sia in positivo che in negativo, perché sono abituato ad ascoltare la musica come una moltitudine di strati e a volte mi risulta difficile ascoltarla come un'entità unica. Cerco di fare entrambe le cose e per me è un dono avere così tante cose da ascoltare e da cui imparare, per poi cercare di applicare i nuovi elementi agli Avenged Sevenfold... insomma, cerchiamo di fare tutto.

D: Quando possiamo aspettarci un nuovo album dagli Avenged Sevenfold e, magari, anche un tour negli Stati Uniti?
R: Spero il prima possibile, non abbiamo delle scadenze prestabilite. Siamo impazienti di tornare in studio e comporre nuova musica
 
Top
0 replies since 28/9/2018, 07:17   47 views
  Share