Intervista a Matt sull'album.
CITAZIONE
M. SHADOWS DEGLI AVENGED SEVENFOLD PARLA DI "THE STAGE", DELL'INTELLIGENZA ARTIFICIALE, DELLO SPINGERSI OLTRE I PROPRIO LIMITI
Gli Avenged Sevenfold hanno animato il mondo della musica con il rilascio a sorpresa di "The Stage" e con l'organizzazione di un live in 3D/360 gradi disponibile in streaming per i fan. Ma questo potrebbe essere solo l'inizio di tutte le cose fantastiche legate a "The Stage". Recentemente abbiamo avuto l'opportunità di parlare con il frontman degli Avenged Sevenfold, M. Shadows, riguardo all'album ispirato all'intelligenza artificiale e ci ha parlato di come hanno ideato la sorpresa del rilascio, della creazione del disco, di alcune delle tracce chiave, del futuro del panorama musicale e di altro ancora. Di seguito puoi dare un'occhiata alla nostra chiacchierata.
D: Quanto è stato difficile tenere tutto nascosto per tutto questo tempo e mantenere questo grande segreto finché non lo avete condiviso con tutti noi?
R: Sai, diventava sempre più difficile man mano che la data del rilascio si avvicinava, ma quando era solo la band a saperlo non era poi così difficile da tenere nascosto, voglio dire... Penso che, probabilmente, se avessi avuto 22 o 23 anni lo avrei raccontato a tutti e prima o poi qualcuno lo avrebbe spifferato. Ma immagino che alla nostra età ci siamo sentiti già pienamente soddisfatti di essere in studio con Joe Barresi, quindi ci siamo semplicemente assicurati che tutti sapessero che il rilascio sarebbe stato un segreto. Non l'abbiamo detto veramente a nessuno, né alle famiglie, né agli amici, abbiamo solo... Ecco, in realtà non sentivamo l'urgenza di farlo. Eravamo semplicemente sicuri della nostra musica e felici di quello che stavamo facendo.
Ci siamo preoccupati un po' di più quando è arrivato il momento di mandare in stampa le copie, far uscire gli artworks, fare gli acetati di vinile, e quando i dischi sono stati caricati sui camion per essere portati da BestBuy, perché a quel punto non sai a chi andranno in mano le copie e poi succede che "ehi, aspetta un attimo, cos'è questo?" e lo mettono su internet. Quella è stata la parte più preoccupante.
D: Una delle cose che amo di tutto questo è che porta un alone di mistero nel rock. C'è così tanta semplicità, di solito le persone hanno a che fare con due, tre o quattro singoli prima che un album esca, mentre questo ci riporta ai vecchi tempi, quando tutti acquistavano un disco nello stesso momento, il che è fantastico.
R: Si, beh, sai... una cosa che per noi è stata sempre molto frustrante è il dover fare così tanta pubblicità a un disco prima che esca, ti vengono fatte un sacco di domande al riguardo, del tipo: ha un sound più melodico o più pesante, state facendo qualcosa nel vecchio stile, è qualcosa di nuovo? E all'improvviso attorno al disco si crea già una certa atmosfera, prima ancora che qualcuno riesca ad ascoltarlo, e poi internet si muove così velocemente e il tutto si trasforma in una cosa del tipo "ok, grazie per il singolo della scorsa settimana, ma ora vorremmo qualcosa di nuovo"; insomma, le persone si annoiano. È un processo controproducente. Fortunatamente ci sono alcuni pionieri della musica in generale, come i Radiohead e Beyoncé, e tante persone che fanno tante cose diverse, in modo che tutto questo possa essere sfruttato e vi si possano aggiungere nuovi elementi, come aggiungere copie fisiche a un rilascio a sorpresa, cosa che non è stata fatta. È veramente fantastico, perché crea un'atmosfera completamente diversa attorno al disco, ed è bello avere un lavoro completo tra le mani anziché tanti piccole briciole.
D: Ogni volta che ascolto questo album vi colgo qualcosa di diverso. Il tema dell'intelligenza artificiale che avete usato per collegare tutto il lavoro - come e quando è diventato il centro di quello che volevate realizzare con questo album?
R: Beh, abbiamo semplicemente iniziato a documentarci sull'intelligenza artificiale e su come funziona l'universo, penso che saremmo stati in un grande guaio, perché si tratta di un tema molto ampio e profondo. Fortunatamente, subito dopo "Hail To The King", durante un periodo di riposo, ho iniziato a leggere libri particolari, sull'universo, su degli avvenimenti, sull'intelligenza artificiale, e ad ascoltare molti podcast, quindi sono stati tre anni molto educativi per noi e la cosa è diventata una vera e propria ossessione. Quando io e i ragazzi abbiamo iniziato a parlare del disco, beh, abbiamo cominciato scrivendo riff, mettendo insieme varie cose, ma ci sembrava sempre la stessa solita roba. E poi, quando abbiamo iniziato a parlare dell'argomento, dei testi, abbiamo avuto un approccio completamente diverso. Perché abbiamo iniziato a parlare dell'intelligenza artificiale, ma su un livello più ampio, e questo ci ha ispirato nella composizione di riff e melodie vocali. Fortunatamente i ragazzi ci stavano dentro tanto quanto me, per cui sono riuscito a trasformare completamente questo album, non solo liricamente, ma anche musicalmente. In pratica ci sono stati circa due anni di ossessione per questo argomento senza che cominciassimo neanche a scrivere, ma che ci hanno portato a tutto questo. Insomma, non è stato semplicemente un "ehi, impariamo di più, impariamo di più, scrivi, scrivi, scrivi!", ma più un "qui ci sono già delle ottime basi".
D: Hai detto che era un'ossessione. Andando sempre più a fondo nella tana del coniglio, qual è stata la più grande sorpresa che avete scoperto?
R: Quello che non mi aspettavo è che ci sono tantissime persone che sanno un sacco di cose sull'argomento, e per quanto ne so sono cieche, nel senso che ignorano la cosa nel quotidiano. Ma io credo che sia molto importante. È come la questione dell'informazione quando voti, sai? Se durante le elezioni votiamo per le persone, per i nostri leader, vogliamo essere informati su chi stiamo votando. E un sacco di cose riguardanti la scienza e l'intelligenza artificiale avranno un ruolo importante in futuro. Una cosa che mi emoziona tantissimo al riguardo, per rispondere alla tua domanda, è che le persone più intelligenti, riguardo alle cose che sappiamo, come il limite della nostra intelligenza, non si preoccupano di non avere delle risposte. E ci sono una sacco di cose a cui non sappiamo dare una spiegazione, le teorie sul multiverso, i buchi neri, quale sarà il destino dell'intelligenza artificiale. E mi piace sentir parlare le persone che ammettono di non avere le risposte, ma che al contempo hanno delle teorie molto affascinanti al riguardo. Lo adoro.
D: Andiamo un po' più a fondo dell'album. Amo "The Stage", è una traccia epica - e ascoltando il disco ho notato che molte canzoni durano intorno ai cinque-sei minuti o giù di lì. Quanto è bello non dover creare per forza una canzone di 3:30 min per farla passare in radio?
R: Sai, non ci siamo mai sentiti in dovere di scrivere una canzone per la radio. Penso che anche se avessimo voluto scrivere canzoni più corte, saremmo comunque una band che reagisce ai suoi album precedenti. Gli altri dischi passano continuamente da uno stile all'altro perché ci stufiamo dello stile con cui abbiamo suonato precedentemente. Penso che "Hail To The King" fosse così spoglio che questo nuovo disco è stato per noi un modo di lasciarci andare. Sono sicuro che potrei trovare un'analogia migliore di questa, ma volevamo veramente metterci di più in mostra e suonare un diverso tipo di metal. Ma per me, quando si pensa alla radio, e quindi a quella che sarà la reazione degli ascoltatori, è un po' un cane che si morde la coda. Devi poter fare quello che vuoi, e creare canzoni sulla base di quello che provi, e... sai, anche se questo album non farà successo con quel tipo di fan, spero che apra le loro menti a un diverso tipo di progressive metal e a un nuovo modo di scrivere le canzoni. E spero anche che ispiri altre band, a prescindere se il disco gli piaccia o meno, il che va bene se aiuta a delineare il proprio percorso, e magari potremmo riuscire a cambiare la prospettiva del rock e del metal, a renderlo un po' più progressive, anziché cercare di passare in radio dalla mattina alla sera.
D: Fantastico. E anche il video di "The Stage" è uno dei video più belli che abbiamo visto quest'anno. Ti va di raccontarci come è nato e come racchiude l'atmosfera della canzone?
R: Si, lo amo. Mi sono sempre interessate le band che scelgono di mostrare la loro arte oltre che far vedere loro che suonano in studio. Avevamo delle idee che non davano risultati, poi io e Zacky abbiamo parlato del piccolo spettacolo di marionette in Sound of Music e pensavamo fosse fantastico. Lui se ne è uscito con questa grande idea di creare un show ma con un approccio più umano. Cioè, il disco ha a che fare con queste simulazioni e con tutte le varie teorie sulla direzione che sta prendendo il mondo. Quindi alla fine ci abbiamo messo dentro anche un po' di questi concetti, sai, l'intelligenza artificiale, o gli scheletri, o qualunque cosa sia, e premuto il tasto reset. Ma quello che volevamo veramente comunicare è l'idea che gli umani, quando non riescono a capirsi, si fanno del male gli uni con gli altri, non riescono a vedere le cose dal punto di vista dell'altro, e lo scopo del video è proprio far capire questo. Che tu sia un cavernicolo che ne uccide un altro perché non riesce a capirlo e ha paura, o che tu stia bombardando gli altri perché non riesci a capire la loro religione, o nazionalità, si tratta sempre di quello stesso tipo di cose che ci intrappolano in un ciclo di violenza senza fine; abbiamo bisogno di essere più intelligenti di così. Abbiamo bisogno di educare noi stessi e cercare di andare oltre. Perché se non lo facciamo finiremo per estinguerci. E questa Terra ha già visto moltissime estinzioni, sarebbe la sesta se ci estinguessimo anche noi. E noi non vogliamo che succeda, abbiamo dei figli e vogliamo che crescano, vogliamo evolverci come specie, e il video non fa altro che ricordarci che "ehi, stiamo ancora facendo le stesse cose che facevamo quando eravamo dei cavernicoli, non siamo poi così intelligenti".
D: Un'altra traccia che amo di questo album è "Sunny Disposition". Come è stato portare i ragazzi dei Fishbone a lavorare con voi a questa traccia?
R: Si, sai, avevamo scritto questa parte, l'intera canzone secondo me è molto in stile Mr. Bungle, con queste melodie vocali di tipo patton-esque, ecc. E quando abbiamo scritto la parte l'abbiamo trovata divertente, quindi l'abbiamo lasciata, l'intera sezione di corni. Poi, quando siamo entrati in studio con Joe Barresi, ci ha suggerito di farci suonare sopra Angelo e Dirty Walter Kibby. Siamo grandi fan dei Fishbone, ma non avevamo idea di come metterci in contatto con loro, mentre Joe li conosceva per via di un disco che aveva prodotto. Quindi li ha chiamati e abbiamo pensato che fosse una grande idea, perché non volevamo che suonasse perfetto, come invece sarebbe potuto essere con tanti altri musicisti, volevamo che questi ragazzi venissero e facessero un casino. Ed è esattamente quello che hanno fatto. Hanno quest'energia, quest'attitudine, sono venuti, hanno ascoltato la traccia ed erano emozionati per come era stata realizzata e hanno tirato fuori gli artigli. Penso che la loro energia si senta tutta.
D: Assolutamente. E riguardo a "Exist", il finale dell'album, come si è arrivati a inquadrare Neil deGrasse Tyson in tutto questo?
R: Beh sai, volevamo scrivere una canzone, una delle nostre più grandi idee, e una delle prime che avevamo scritto era "Exist". Volevamo che fosse la nostra interpretazione musicale del big bang. E man mano che l'idea si evolveva passavamo dal big bang al periodo delle radiazioni, al raffreddamento, e poi volevamo che ci fosse la terra, e per noi la terra era molto più organica del resto del big ben, quindi, sai, è tutto acustico quando parte la voce. E' un po' una rappresentazione della vita.
Pensavamo che sul finale sarebbe stato fantastico inserire una specie di discorso o una cosa del genere, così che per le persone fosse come la ciliegina sulla torta, il finale del finale, insomma un qualcosa che facesse sentire alle persone il bisogno di trattarsi bene a vicenda, i nostri ego sono molto più grandi della nostra importanza nell'universo, e l'universo è così grande. È al contempo una nota positiva e un avvertimento da temere.
Per cui abbiamo contattato Neil e Neil mette i suoi soldi dove mette la sua bocca. Parla sempre delle cose che farà per l'educazione. Gli abbiamo detto qual era il tema dell'album. Mi ha chiamato e siamo stati al telefono per un paio d'ore, abbiamo passato in rassegna alcuni dei suoi saggi e lui mi ha chiesto: "Siete sicuri di voler fare una canzone di 15 minuti? Insomma, "Imagine" di John Lennon è molto semplice" e io gli ho risposto:" Abbiamo la parte musicale amico, fidati. Sarà fantastico", e lui: " ok, a condizione che voi vogliate veramente che parli per tre minuti", e io: "Certo, non te l'avremmo chiesto se non l'avessimo voluto". Alla fine lo ha fatto, ha registrato a New York, ci ha mandato gli audio e noi siamo riusciti a inserirli nella traccia. È una super ciliegina sulla torta.
D: Lo show 3D/360 gradi che avete fatto è stato fantastico. Sembra che gli Avenged siano sempre in prima linea quando si tratta di sperimentare cose nuove. Ora che avete fatto questa cosa e l'avete mostrata alle persone, dove pesate che si andrà? Secondo voi è qualcosa che faranno anche altre band? Come saranno i prossimi show?
R: Beh, spero che altre band prendano spunto e ci facciano qualcosa di loro, spingendosi oltre i loro confini. Ci sono molti artisti pop e R&B che stanno facendo questo tipo di cose. Non esattamente lo stesso, ma rompono gli schemi e molti fan del rock decidono di ignorarli perché non è il tipo di musica che ascoltano. Sono tutte cose che fanno anche i gruppi rock, dalla musica in streaming al modo in cui la ascoltiamo e consumiamo, servono solo più band che abbiano voglia di compiere questo passo e presentare cose nuove. Lo stesso vale per la realtà virtuale, stiamo lavorando con molte imprese che se ne occupano per poter presentare nuovi contenuti. C'è così tanta tecnologia la fuori che potremmo... quello che intendo è che vorremo portare anche dei contenuti nei telefoni della gente, e se stai vivendo un'esperienza dal vivo magari il tuo telefono può dartene un'altra, e ti sembra quasi di stare sul palco. Non c'è modo di rimproverare i fan o di discutere del modo in cui le persone usano le cose.
La realtà è che o fai un passo verso il futuro o diventi un dinosauro. E sento che ci sono delle cose che ci piacerebbe restassero così, che per noi può essere il modo in cui registriamo la nostra musica, o la varietà degli album, e non fare tutto assecondando la tecnologia. Ma allo stesso tempo cose come lo streaming, il modo in cui si acquista la musica, il modo di vedere un concerto, di presentare il proprio merchandising, il funzionamento di uno show, stanno cambiando. E le rock band devono abituarcisi, perché è così che ora si consuma la musica.
D: So che ora che è uscito il disco potete suonare le nuove canzoni, non vedo l'ora di scoprire come sarà tutto questo dal vivo su un palco. Per curiosità, ci sono delle canzoni che vi piacciono particolarmente, che non vedete l'ora di suonare dal vivo... avete anche solo pensato di suonare il disco per intero?
R: Al momento non abbiamo parlato di suonarlo per intero. So che quando una band lo fa corre un grande rischio, uno di quei rischi che non sempre ripagano. Personalmente mi piacerebbe farlo a un certo punto. Ma la prima volta che abbiamo suonato "The Stage" dal vivo eravamo molto preoccupati. L'abbiamo suonata al Knotfest e non avevo mai visto la band così nervosa e lo ero anche io. Ma ti dirò, l'abbiamo suonata all'Aftershock, a Città del Messico, e sembrava fosse un classico degli Avenged, come se fosse stata i giro per tutti i nostri 17 anni di carriera. E se anche le altre canzoni suonano così bene dal vivo, allora ci divertiremo tantissimo a suonarle. Perché per me già solo quella canzone, dal vivo, è davvero fantastica. E mi piacerebbe suonare anche "Paradigm", "Sunny D", sicuramente "Gos Damn", "Creating God", forse "Simulation", almeno all'inizio, poi vedremo dove ci porteranno le altre, ma queste hanno sicuramente una grande energia e sono sicuro che alle persone piaceranno tantissimo.
D: C'è una canzone del disco che ti piace particolarmente?
R: Penso che una delle canzoni che le persone andranno ad esaminare più a fondo sia "Fermi Paradox", la canzone prima di "Exist". Io la trovo fantastica, è così bizzarra perché vocalmente è la più melodica, ma ha una base black metal. Tutti i versi hanno una batteria e una chitarra black metal che lavorano su un qualcosa di molto melodico. Secondo me ti porta nello spazio aperto, che è il tipo di atmosfera che si vuole creare. E ha il mio bridge preferito, la progressione degli accordi e la chiave cambiano nel bridge e Brooks [Wackerman] è fantastico in quel punto, c'è anche una grande influenza anni '80 e abbiamo usato un vero registratore, nessun plugin o simili. Insomma, per me è davvero fantastica, capisco che per alcuni possa essere "un po' fuori", ma credo anche che ascoltandola le persone la apprezzeranno sempre di più.
D: Hai nominato Brooks [Wackerman]. Avete, ovviamente, iniziato con The Rev, avete suonato con Mike Portnoy e Arin. Ognuno ha portato qualcosa di diverso nel gruppo. Cosa ha portato Brooks nel gruppo da quando è arrivato?
R: Si, un groove incredibile. Per non parlare della sua personalità, è una ragazzo fantastico. È un professionista, sai? È intelligentissimo, è divertente averlo intorno, ma dal punto di vista della scrittura è il motivo per cui non abbiamo annunciato che Brooks si sarebbe unito a noi se non dopo aver lavorato con lui per un anno. Lo volevamo davvero con noi e, dopo averlo annunciato, scrivere con lui è stato veramente divertente. E quello che abbiamo fatto è stato: "Ok, conosciamo la progressione degli accordi e le modifiche principali, le cose che abbiamo in mente sono queste, quindi perché non fare una jam con Brooks e vedere che tipo di nuovi groove o di sensazioni escono fuori dai pezzi che stiamo facendo".
Ci siamo seduti e abbiamo iniziato a scrivere con lui, a creare dei riff stupidi e dei bei groove. E una volta individuato il groove più originale abbiamo iniziato a scriverci sopra della musica. E credo sia un modo fantastico di scrivere, pieno di energia, che non si focalizza su una sola cosa, che sia la musica o l'energia stessa, ma che fonde tutto insieme, e poi c'è questo ragazzo che suona qualunque cosa voglio, e più strambo è più noi ci emozioniamo e più il nostro percorso si delinea. È cresciuto ascoltando qualunque cosa dei fratelli Zappa, il batterista di Frank Zappa, Mr. Bungle, Faith No More, e tutto questo genere di cose. E più si va avanti e più diventa emozionante, ecco perché credo che Brooks sia un grande acquisto per questa band, perché gli piacciono le stesse cose che piacciono a noi.
D: Puoi dirmi qualcosa riguardo ai prossimo cinque o sei mesi? Cosa c'è nell'orizzonte della band a questo punto?
R: Certo amico, ci aspettano un sacco di cose. Abbiamo in programma un tour nel Regno Unito e poi uno in Europa, e un sacco di cose in ballo di cui non posso parlare perché farebbe infuriare molti promotori, dato che stanno cercando di mettere insieme alcune cose ma non è ancora sicuro che ci riescano.
Inoltre faremo tante cose diverse, come questi negozi pop up dove ci presentiamo e abbiamo un sacco di merch. Stiamo cercando di cambiare il modo in cui viene visto il merch, non solo in termini di teschi intrecciati, sai, ogni album può sembrare lo stesso, quindi cerchiamo di stilizzarli in modo differente. Stiamo cercando di cambiare un po' tutto.
Inoltre questo disco si evolverà. Abbiamo un sacco di materiale che aggiungeremo all'album per quelle persone che usano lo streaming, come Spotify e Apple Music, vogliamo che il disco continui a evolvesi e stiamo discutendo su cosa aggiungere esattamente, abbiamo un sacco di materiale in cantiere. E accadrà abbastanza presto. Non vogliamo che le persone pensino "oh, compri il disco e finisce qui". Continueremo a rilasciare cose che sentiamo appartenere a questo album: alcune cover, alcune cose divertenti, e anche un paio di cose originali che non riguardano proprio il disco. Insomma, sarà divertente, stiamo cercando di uscire dai soliti schemi della musica e di lasciare che il tutto si evolva.
D: Con la tua passione per i videogiochi, e tu ovviamente ne hai già creato uno tutto tuo, potrebbe essercene uno legato in qualche modo a questo album. O è più un "aspetta e vedrai"?
R: Si, è più un "aspetta e vedrai". Stiamo cercando di fare le cose giuste. Il nostro ultimo gioco è andato bene, crearlo è stato divertente, ma anche molto stressante. D'altra parte, quando Treyarch realizzerà un nuovo Call Of Duty, chissà? Potrebbero chiamarci. O Guitar Hero, o qualunque cosa sia. Teniamo gli occhi aperti ma allo stesso tempo, sai, queste cose le fanno tutti. Vogliamo veramente regalare ai ragazzi una nuova esperienza, perché sappiamo tutti che il mondo sta cambiando e le persone no, o meglio, le persone si aggiornano ma sembrano non avere più tempo per la musica, quindi devi cercare di entrare a far parte della loro vita molto più del semplice "ehi, amalo o lascia perdere". Vogliamo assicurarci che le persone ascoltino la musica con i loro telefoni, in streaming, vogliamo interagire con loro e regalargli un'esperienza diversa.