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Matt intervistato dal The Guardians

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view post Posted on 10/6/2023, 17:00
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Matt è stato intervistato dalla testata The Guardians per parlare di Life is but a Dream e del ritorno della band sulla scena.
Nell'intervista Matt parla di come le letture di Albert Camus lo abbiano avvicinato al tema dell'esistenzialismo, di come la vita non abbia alcun significato, della grande crisi che ha vissuto e di come questo abbia scatenato in lui il bisogno di approfondire alcune verità (sfociato poi con l'utilizzo della droga psichedelica 5-MeO-DMT con l'aiuto di uno shamano).
Si parla poi delle ispirazioni di questo disco, di come ha affrontato la morte di Jimmy, di come si sentisse la band all'epoca di Hail to the King e molto altro.
 
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view post Posted on 16/6/2023, 21:41
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Avenged Sevenfold, le superstar del metal: ‘Leggere Camus ha portato a un’esplorazione psichedelica con uno sciamano’

Hanno superato la morte del loro batterista per ottenere due volte il primo posto negli Stati Uniti: il frontman M Shadows spiega perché si sono lasciati alle spalle ‘il metal da stadio’ per creare un album assurdamente polarizzante.

Intorno al 2016, dopo cinque dischi di platino uno dietro l’altro, due dei quali hanno raggiunto il primo posto negli Stati Uniti, il frontman degli Avenged Sevenfold, M Shadows, ha avuto quella lieve crisi esistenziale in cui ti chiedi quale sia il tuo posto nell’universo. “Stavo cercando di consolidare la mia visione del mondo”, ha detto. “Lungo la strada, ho letto alcuni libri di Albert Camus, cose come ‘Lo straniero’, che mi hanno introdotto all’idea dell’assurdo e dell’insensatezza; ciò mi ha condotto a una profonda esplorazione psichedelica con la 5-MeO-DMT insieme a uno sciamano, andando ancora più in profondità.”

Dopo aver sperimentato il famoso e intenso allucinogeno, la sua crisi esistenziale si è acuita pesantemente per sei mesi . “È stata la cosa peggiore della mia vita, ma ora ne sono molto grato. Non riuscivo a uscire, né ad andare in palestra, a mangiare la carne o a bene alcol. Non riuscivo a fare niente, ero bloccato [nella mia testa]. Mi veniva solo da camminare per strada e contemplare il suicidio. Poi un giorno, ho capito: è questa la libertà! Non c’è un senso. Posso fare quello che voglio. All’improvviso, si è accesa la lampadina”.

Il risultato di questa apertura mentale è un nuovo album completamente fuori di testa, niente che ci si aspetterebbe da una delle band heavy metal di maggior successo degli ultimi 20 anni. Life Is But a Dream copre un’assurda quantità di generi musicali, con brani che spaziano dall’industrial rock più duro alle canzoni pop con vocoder, e ancora dal jazz rock alla Steely Dan, alle ballate di facile ascolto e persino a un bellissimo pezzo di solo pianoforte, la traccia di chiusura dell’album – suonato dal chitarrista Synyster Gates (il cui vero nome è meno rock, Brian Haner, proprio come Shadows è all’anagrafe Matt Sanders). Inspirato tanto a Kanye West e Travis Scott quanto all’heavy più tradizionale in stile Alice In Chains e Faith No More, è follemente ambizioso.

L’inclinazione a mettere insieme stili diversi era lì sin dagli inizi ad Huntington Beach, California, nel 1999, dove sono emersi dalla fiorente scena hardcore locale. Dalla loro immagine influenzata dai Misfits alla musica, un mix di metal, punk e gothic pomp, erano già delle rockstar quando hanno rilasciato il loro album di debutto Sounding the Seventh Trumpet nel 2001.

“Siamo stati molto influenzati dall’hardcore e dal punk, ma anche dall’heavy metal, ed era quello lo stile dei grandi, giusto?”, dice Shadows. “Le band hardcore e punk che ci piacevano erano quelle di cui potevamo andare a vedere i concerti. Poi c’erano i Metallica, i Pantera, i Guns N’ Roses e altre cose che accadevano su scala molto più grande. Eravamo grandi sognatori; abbiamo sempre avuto la grande ambizione di fare le cose in maniera diversa. Ma dire che a 17 anni avevamo un piano vero e proprio, sarebbe darci troppo credito. Eravamo solo dei ragazzini che hanno scommesso tutto dicendo: ok, vediamo come va.”

È andata che la miscela di determinazione e presunzione ha portato la band ad avere un grande successo. Dopo che il secondo album, Waking the Fallen, è diventato un grande successo underground, si sono spostati alla Warner Bros e hanno esteso il loro sound in numerose direzioni nell’apprezzatissimo City of Evil del 2005, sebbene la reputazione fatta di eccessi di rock’n’roll, antipatia e bellicosità sia stata polarizzante.

L’eccellente self-titled del 2007 ha permesso agli Avenged di passare dai concerti nei club alle arene. Le cose andavano anche meglio di quanto potessero immaginare, fino al 28 dicembre 2009, quando il batterista Jimmy “The Rev” Sullivan è stato trovato privo di sensi a casa sua. Aveva assunto una dose eccessiva di antidolorifici che gli erano stati prescritti ed è stato dichiarato morto all’arrivo in ospedale.

“Non poteva essere più reale di così”, dice Shadows. “Sembrava la fine di tutto. Ma la capacità di andare avanti fa parte dell’evoluzione umana. A un certo punto ti rendi conto che va bene uscire, parlare con le persone, scrivere una canzone”.

Scritto per la maggior parte prima della morte di Rev, Nightmare del 2010 ha riportato gli Avenged Sevenfold alla stabilità. Con la batteria del noto Mike Portnoy (ex batterista dei Dream Theater), ha portato la band al primo posto negli Stati Uniti, ma è stato l’album successivo, Hail To the King, a farli schizzare a livelli stratosferici. L’album ha conquistato le classifiche di Stati Uniti, Regno Unito e molti altri paesi, a dispetto di molte critiche negative secondo cui gli Avenged Sevenfold avrebbero copiato troppo palesemente i Metallica, gli Iron Maiden e i Guns N’ Roses (in particolare, This Means War era troppo simile a Sad But True dei Metallica).

Dieci anni dopo, avendo nel frattempo pubblicato l'audace concept album The Stage a tema IA, Shadows ha sentimenti contrastanti per Hail to the King. “Era una strana questione di ego che avevamo all’epoca. Sei una grande band, ma quando vai al bar o allo stadio non passano mai la tua musica. Nessuno ti conosce veramente. Come fai a craccare un codice così? Abbiamo imparato tutti i trucchi e guarda cosa è successo. Lo passano in tutti gli stadi e in tutti i bar ed è il n.1. Ma quando ottieni questo tipo successo, capisci che devi stare attento a ciò che desideri, perché sai, stavo pensando, Hail to the King è davvero ciò che meglio ci rappresenta?”

Dopo la sua crisi esistenziale, Shadows è desideroso di stabilire quanto gli avenged Sevenfold si siano evoluti da quel picco commerciale. Per una band abituata a essere headliner nelle arene, Life Is But a Dream è un’opera d’arte radicale e provocatoria. Citando come punti di riferimento brani come Kid A dei Radiohead, Yeezus di Kanye West e Pinkerton dei Weezer, Shadows afferma di essere felice di alienare gran parte del pubblico della sua band con i momenti contrastanti e giustapposti dell’ album.

“Sono tutti dischi che spiccano perché non rientrano in nessuno schema e per me è molto emozionante,” fa spallucce. “Sono stufo delle persone che dicono di voler fare qualcosa di nuovo e poi si ripresentano con la solita vecchia roba. La musica che a oggi mi colpisce è molto astratta, mi prende per le palle e mmi dice ‘Devi prestarmi attenzione!’ . Questo disco lo fa in molti punti diversi. Se qualcuno mi dicesse che ‘è immondizia!’, dovrei dissentire, sai? Non vogliamo essere quel tipo di band che cerca di catturare in una bottiglia il suo periodo di massimo splendore. Non voglio fare come Prince e Bob Dylan e mandare a quel paese le hit, ma non voglio nemmeno rimanere bloccato a quell’epoca”.

In attesa di una risposta inevitabilmente contrastante, gli Avenged Sevenfold si stanno preparando a suonare dal vivo la maggior parte del loro album, con uno spettacolo scenico nuovo e tecnologico realizzato da una società di produzione di cui non si sa il nome ma che, afferma Shadows, ha collaborato con “alcuni dei più grandi artisti pop e hip-hop. Porteremo in scena qualcosa di molto più moderno, pulito, emotivo e spirituale.”

Nel frattempo, la crisi personale che ha portato Shadows sull’orlo del baratro è stata abilmente convertita nel miglior disco che gli Avenged Sevenfold abbiano mai realizzato. “Ci siamo anche divertiti durante i servizio fotografico per l’album!” ride Shadows. “Abbiamo trascorso l’intera giornata nel bel mezzo del nulla, senza maglietta e sembrando un gruppo di grassi quarantenni, non siamo mai stati più felici! È un disco positivo, ma avvolto da una pesante consapevolezza. È la realtà di ciò che significa essere umani: non c’è una strada da seguire. Devi crearne una tu.”
• Life Is But a Dream… disponibile ora con la Warner Records.

Grazie a Camilla per la traduzione
 
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