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Johnny intervistato da Polvora Rock

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view post Posted on 6/12/2017, 17:42
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Polvora Rock, un sito di informazione messicano sulla musica rock, ha avuto modo di intervistare il nostro "mago degli scherzi" Johnny Christ su The Stage, il prossimo tour in Nord America, se c'è in programma un tour in Messico e Sud America e tanto altro.

Traduzione della nostra Camilla

CITAZIONE
AVENGED SEVENFOLD: THE STAGE, IL SELF-TITLED E GLI SCHERZI - UNA CHIACCHIERATA CON JOHNNY CHRIST

A seguito del rilascio del loro settimo album, intitolato The Stage, gli Avenged Sevenfold hanno fatto scintille sul palco dei Loudwire Music Awards e ora M.Shadows, Johnny Christ, Synyster Gates, Zacky Vengeance e Brooks Wackerman si preparano per un tour che li porterà in Nord America e in Europa, dove i fan non solo ascolteranno le nuove canzoni, ma ammireranno anche una splendida scenografia audiovisiva, che ha già avuto un grande successo negli show precedenti.

Recentemente abbiamo avuto l'opportunità di parlare con Johnny Christ: bassista della band, maestro degli scherzi, particolarmente amato dai fan per la sua attitudine. Abbiamo parlato del prossimo tour, del concetto futuristico di The Stage, dell'anniversario dell'album omonimo, di cosa significhi essere un padre di famiglia e di molto altro.

D: Avete diverse date in programma in Nord America, ho sentito dire delle cose fantastiche sui concerti precedenti, un cubo cosmico, schermi giganti... parlami di come sarà la scenografia e di cosa farete in tour.
R: Si, hai sentito bene, abbiamo usato questo tipo di scenografia in Europa all'inizio dell'anno, ma abbiamo dovuto interrompere tutto per poter andare in tour con i Metallica durante l'estate, ovviamente non potevamo portarci dietro tutto su quei palchi. Però abbiamo già tutto pronto, tutte le cose grandiose che abbiamo usato in Europa, ci saranno schermi, un'esperienza fantastica che ha a che vedere con la scenografia e ci saranno anche dei posti in cui i fan potranno accompagnarci sul palco. Sarà fantastico, siamo molto emozionati di tornare in tour, anche perché andremo in un sacco di posti; da gennaio a febbraio saremo in Nord America, mentre in estate andremo in Europa, poi rientreremo e spero che a un certo punto dell'anno riusciremo a passare anche in Messico e in Sud America.

D: Verrete in Messico e in Sud America nel 2018 o nel 2019?
R: Ancora non so dirti con precisione, dovrei dare un'occhiata al calendario, comunque stiamo pianificando la cosa, appena lo sapremo con certezza sarete i primi a saperlo.

D: Tornando alla scenografia, avete collaborato con gente del Cirque Du Soleil, com'è stato lavorare con loro alla scenografia dei vostri concerti?
R: Abbiamo lavorato con persone del Cirque Du Soleil per quanto riguarda il contenuto dei video che accompagnano le canzoni, gli intermezzi, l'intro, e via dicendo; tutto è stato studiato in modo da presentare al pubblico qualcosa di nuovo ed emozionante. Queste persone hanno messo su il tutto seguendo un'idea globale, siamo rimasti molto soddisfatti.

D: Sarete di nuovo in tour con i Bullet For My Valentine, una band con cui avete un legame interessante. Come vi sentite a suonare di nuovo con loro?
R: Amiamo questi ragazzi. Siamo diventati ottimi amici, abbiamo dei bei ricordi insieme e sono molto emozionato di rivederli. Ci siamo incontrati in Regno Unito poco tempo fa e ci siamo divertiti; sono dei tipi davvero spassosi, abbiamo tante cose in comune e proprio per questo suonare con loro sarà fantastico... anche se ora siamo più maturi e forse non ci divertiamo più come prima, sono sicuro che ci cacceremo lo stesso nei guai.

D: Riguardo a The Stage e alle sue tematiche fantascientifiche, quale tipo di contributo creativo ha portato il concetto del disco?
R: È già passato un anno dall'uscita dell'album, ma durante la sua lavorazione ci siamo presi del tempo per capire quale sarebbe stato il suo concetto chiave e come lo avremmo tradotto in musica, come se avessimo dovuto dipingere l'idea che esprime una tematica. Ci siamo resi conto di essere interessati al futuro dell'umanità, alla direzione che sta prendendo, alle implicazioni che comporta l'intelligenza artificiale... sono temi reali sui quali ci siamo soffermati. All'inizio ne parlavamo senza prenderci troppo sul serio, poi abbiamo capito che si trattava di qualcosa di molto interessante che avremmo potuto concettualizzare sotto forma di musica, come fonte di ispirazione.

D: Exist è la mia canzone preferita del disco. L'avete mai suonata dal vivo? Sarebbe possibile? Lo farete mai?
R: Ahahahah. Si è possibile. Non l'abbiamo mai suonata e non so se lo faremo mai. Recentemente abbiamo suonato al GRAMMY Museum di Los Angeles e abbiamo fatto alcuni pezzi in acustico, tra cui Exist, però solo la parte centrale, quella con le parole. Ci siamo divertiti molto e spero riusciremo a rifarla, così che tutti quelli che non erano lì possano ascoltarla.

D: Recentemente il Self-titled ha compiuto 10 anni, che ricordi hai di questo disco? Come si è evoluto il vostro stile rispetto a quel periodo?
R: Si è assolutamente evoluto ahahah. Ascolto questo disco e ne amo ogni minuto. Ci siamo divertiti tanto, è stata la prima volta che ci siamo messi di impegno per produrre un disco per conto nostro. Con City Of Evil avevamo imparato moltissime cose e dopo quell'esperienza avevamo le idee chiare su cosa volessimo realizzare con il Self-titled, eravamo sicuri di poter realizzare il disco per conto nostro, per cui ci siamo messi in un magazzino, abbiamo iniziato a pensare, ci siamo fatti qualche birra e abbiamo fatto il disco. Ho bellissimi ricordi legati a questo album e ovviamente sono felice che contenga canzoni di The Rev come Almost Easy e A Little Piece Of Heaven, quest'album occupa un posto speciale nel mio cuore. Ne sono molto orgoglioso, penso che il nostro cambiamento sia partito proprio da lì anche se non ti so dire esattamente cosa ci sia di diverso ora, il fatto è che non vogliamo stancarci e mantenere sempre lo stesso sound, ecco perché siamo per l'evoluzione, è stata una cosa molto naturale.

D: Com'è andare in tour da padre di famiglia? È tanto diverso essere un membro degli Avenged Sevenfold e al contempo avere la responsabilità di essere un padre di famiglia?
R: Ahahahah. Vorrei dirti che ci sono stati grandi cambiamenti e che sono una persona migliore, ma in realtà le cose non sono cambiate molto. Sono orgoglioso e felice, fa parte della lista delle cose che mi rendono contento che ho nella mente. È davvero divertente e non credo che sia cambiato niente nella mia vita in modo radicale, anche se ancora non sono sicuro di potermi definire maturo.

D: Sappiamo che hai un'attitudine a fare scherzi ai tuoi compagni di band. Hai qualche storia divertente da raccontarci?
R: Gli scherzi avvengono sempre mentre siamo in tour e sono sicuro che a gennaio e a febbraio ce ne saranno altri. L'ultimo tour si è concluso con un paio di scherzi che ho fatto a Syn, tant'è che al concerto di Edmonton si è vendicato versandomi in testa un secchio d'acqua. L'acqua era abbastanza fredda e mi sono dovuto cambiare di corsa prima di salire sul palco. Non so, sento che la prossima volta sarò più creativo.

D: A gennaio il fan club degli Avenged Sevenfold compie 10 anni di vita e si tratta di uno dei club più leali e appassionati che abbia mai visto. Come ti fa sentire sapere che gli Avenged Sevenfold hanno un esercito di fan così numeroso? Hai una messaggio per loro e per il loro anniversario?
R: Si, assolutamente! Grazie per questi 10 anni! Mille grazie, significa molto per noi. I fan messicani ci hanno regalato alcuni dei concerti più pazzi e meravigliosi ai quali abbiamo suonato. Spero che gli sia piaciuta la nostra cover di Malagueña Salerosa e spero che riusciremo a passare di lì per suonargliela dal vivo.

D: A questo proposito, ultimamente avete rilasciato diverse cover, dai Pink Floyd, ai Beach Boys, tra le altre. C'è qualche altra band o canzone di cui ti piacerebbe registrare la cover?
R: Ci sono tantissimi canzoni di tantissimi generi che mi piacerebbe fare. Non saprei dirtene una sola, nel corso degli anni mi sono innamorato di tanti artisti e di tante canzoni, ce ne sarebbero troppe da nominare che mi piacerebbe suonare. Però sono molto orgoglioso di quello che abbiamo rilasciato recentemente e spero che sia piaciuto anche alla gente.

D: Riguardo al videogioco DeathBat, è in programma un seguito o un progetto simile?
R: Ci siamo divertiti molto con questo progetto, ma per il momento non abbiamo pianificato nulla al riguardo. Ora siamo concentrati sul tour e sul raggiungere il maggior numero di posti possibili nel 2018, però non si sa mai, può darsi che un giorno faremo qualcosa che includa il mondo del gaming. È risaputo che M. Shadows è un appassionato di videogiochi, per cui non scartiamo l'ipotesi che prima o poi non ci venga qualche idea al riguardo.

D: Per concludere, voi siete molto amici di Chris Jericho, e a gennaio lui avrà un incontro molto importante in Giappone. Se ci fosse la possibilità, vi piacerebbe suonare dal vivo la musica del suo ingresso nel Tokyo Dome?
R: Ahahahah, sarebbe incredibile, ma a gennaio saremo in tour in Nord America, per cui sarebbe complicato, anche se non si può mai sapere cosa riserva il destino. E sì, vogliamo molto bene a Jericho, siamo amici da molto tempo.
 
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