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Intervista a Brooks su Rhythm Magazine

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view post Posted on 15/3/2017, 09:21
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Sul numero in uscita di Rhythm Magazine sarà possibile trovare un'intervista al nostro Brooks.

Questa la copertina
 
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view post Posted on 17/3/2017, 23:18
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Scan e traduzione















CITAZIONE
Quando Brooks Wackerman ha detto addio ai Bad Religion nel 2015 era alla ricerca di un nuovo sbocco creativo per la sua batteria. Qui ci rivela perché gli Avenged Sevenfold sono perfetti per lui e come ha lasciato il segno nel capolavoro The Stage.

C'è una lunga lista di batteristi nati con una naturale abilità ritmica. Per quanto riguarda Brooks Wackerman, la batteria gli scorre nel sangue. Non solo suo padre, Chuck, è uno stimato batterista jazz, ma anche i suoi fratelli maggiori, Chad e John, sono dei batteristi famosi. Chad è conosciuto per aver suonato con Frank Zappa negli anni Ottanta, mentre John ha suonato con vari artisti, tra cui Lindsey Buckingham, Patrick Moraz, (Moody Blues) e il chitarrista giapponese Kazumi Watanabe. Considerando il suo DNA musicale, sarebbe stato strano se Brooks fosse diventato uno chef.
Negli ultimi 25 anni Brooks si è costruito una notevole carriera, guidando il funk e il metal degli Infectious Grooves e dei Suicidal Tendencies, i grandiosi Tenacious D dallo stile comedy-rock, e suonando persino con la principessa skate-pop Avril Lavigne. Per 15 anni è stato anche un componente fisso della band punk californiana Bad Religion.
Alla fine del ciclo di registrazione e tour del sedicesimo album dei Bad Religion, True North, la carriera di Brooks è arrivata a un bivio; benché fosse soddisfatto degli obiettivi raggiunti sino a quel momento, il batterista sentiva la necessità di esplorare nuovi territori musicali. In un altro luogo della California, anche gli Avenged Sevenfold, virtuosi del metal, ponderavano il loro futuro. Dopo la morte del loro batterista e amico d'infanzia Jimmy "The Rev" Sullivan nel 2009, la band ha fatto fatica a trovare un sostituto definitivo. Mike Portnoy e il relativamente sconosciuto Arin Ilejay, si sono ritrovati a vestire con difficoltà i panni di Jimmy, registrando e suonando uno dopo l'altro durante i tour di due dischi di grande successo, ma la loro permanenza nella band è durata poco.
Pronti a scrivere e registrare il loro settimo album, gli Avenged Sevenfold avevano bisogno di un batterista con carattere, attitudine e creatività, che potesse combaciare con la loro ambizione formato Metallica e che li aiutasse a portare la loro musica a un nuovo livello. Il caso ha voluto che il tour manager della band fosse anche il manager personale di Brooks. I pianeti si sono allineati e, in seguito a un'audizione di successo, nel 2015 Brooks è diventato un membro ufficiale degli Avenged Sevenfold. Il primo risultato di questa nuova unione è stato il nuovo album, The Stage, una sorprendente dimostrazione del virtuosismo di ogni membro del gruppo - il cantante M. Shadows, i chitarristi Synyster Gates e Zacky Vengeance, e il bassista Johnny Christ - e un'ulteriore prova che il talento di Brooks va oltre ciò che suggerisce il suo brillante curriculum.
Abbiamo incontrato Brooks a Cardiff, durante il tour degli Avenged Sevenfold nel Regno Unito a gennaio, e ci ha raccontato, tra le altre cose, quanto lo show significhi per lui, della registrazione di The Stage con uno dei rullanti di Bonzo e di come sia riuscito ad incanalare lo stile di The Rev pur aggiungendo il suo marchio alla sua musica.

UN NUOVO CAPITOLO
Dicono che quando una farfalla sbatte le sue ali scatena una serie sempre maggiore di eventi. Nel caso di Brooks, sembra che aver iniziato a suonare con gli Infectious Grooves 23 anni fa sia stato l'evento che ha messo in moto il tutto e ci ha portati fino a quest'ultimo show.
"Ci ho suonato quando ero un adolescente [con gli Infectious Grooves]," racconta. "Abbiamo realizzato un disco intitolato Groove Family Cyco e quello è stato il modo in cui [i membri degli Avenged Sevenfold] mi hanno conosciuto come batterista. È divertente perché alla tappa di New York del Warped Tour siamo stati a un after-party. A un certo punto sono uscito per tornare al mio hotel e Brian [Synyster Gates], dato che gli ero passato davanti, ne stava canticchiando alcuni versi e io non riuscivo a capire da dove venisse la voce. Anni dopo mi ha detto che si trattava di lui. Abbiamo fatto diversi Warped Tour insieme. C'erano 40 000 persone coinvolte in quel tour, quindi non riuscivi a conoscere bene le persone, ma li ho sempre rispettati come band, per la loro diversità e il loro modo di pensare, e non c'è nessun'altra band che abbia fatto quello che hanno fatto loro durante il tour."
Garantire uno show come quello degli Avenged Sevenfold non è certo una passeggiata, e prime che il nome di Brookes potesse essere stampato sulla copertina del disco, ha dovuto dar prova delle sue abilità con una snervante audizione: "Volevo fare del mio meglio e suonare bene le canzoni," ricorda. "Come saprai, la batteria [negli Avenged Sevenfold] è molto dettagliata, specialmente le parti di Jimmy, quindi ho dovuto studiare molto per superare l'audizione. Mi hanno dato cinque o sei canzoni da studiare e imparare, tra cui Nightmare, A Little Piece Of Heaven e Bat Country. Si trattava di canzoni in parte caratterizzate da una gamma di elementi tecnici di batteria e in parte basate sui sentimenti, per assicurasi che tutti i fronti fossero coperti. Una volta che abbiamo iniziato a suonare è stato come se tutto si fosse messo al suo posto e abbiamo fatto scintille."
La scioccante morte di The Rev ha lasciato un grande vuoto negli Avenged Sevenfold. Non solo era il creatore di capolavori come Afterlife e Almost Easy, ma i membri della band sono anche amici sin dai tempi della scuola. Prendere il suo posto deve essere di grande impatto emotivo, quasi più di certi concerti.
"Non ero mai capitato in una situazione del genere prima," ammette Brooks. "Ho dovuto studiare tutte le sue parti e ovviamente avevo un po' di ansia di non riuscire ad eseguirle adeguatamente. Ovviamente è un ruolo importante da rivestire, ma sono onorato che abbiano chiesto a me di farlo e di portare avanti il suo lavoro anche componendo nuove parti."
Tra The Rev, Portnoy e Ilejay, Brooks ha avuto sicuramente delle difficoltà a stare dietro alla batteria, ma gli Avenged non cercavano semplicemente un sostituto. "Mi hanno incoraggiato ad esprimere le mie opinioni nella band. Le apprezzavano. Quando entri a far parte di una band così consolidata non sai mai che preconcetti ci siano, ma non ce n'erano. Mi hanno semplicemente detto che quello era il loro modo di fare ma che io ero libero di esprimermi, che volevano provare anche cose nuove. In questa band, per quanto riguarda la batteria, c'è una vasta gamma di opzioni e di nuovi colori da provare, e non avrei potuto chiedere niente di meglio di questi ragazzi con cui creare."

ELECTRIC METAL
Prima che venisse scritta qualunque nota di The Stage, il primo compito assegnato a Brooks è stato quello di registrare una traccia per il videogioco Call Of Duty: Black Ops II. Il risultato musicale, Jade Helm, è un pezzo heavy carico di atmosfera, che Brooks ha realizzato utilizzando un Roland V-Drum kit. "È stata la prima volta in cui mi sono ritrovato ad essere creativamente coinvolto con loro. Abbiamo scritto tutta la musica," racconta orgoglioso. "Con i Bad Religion ho sempre realizzato demo con un set di batteria elettronico, ma non ho mai realizzato qualcosa suonandoci. È quello che abbiamo fatto per il videogioco. Fortunatamente abbiamo trovato subito un paio di groove che sembravano funzionare, quindi è stato un lavoro abbastanza facile."
Sicuramente l'esperienza di Brooks nell'ambito della musica heavy, soprattutto per quanto riguarda i primi anni della sua carriera, lo ha aiutato a prepararsi al meglio per gli Avenged, ma il ritorno all'uso di un kit di batteria più grande, il comune scopo creativo e la libertà di esprimersi, sono stati la chiave del successo di questi concerti. "Anche prima di scoprire il punk-rock suonavo con un double-kick set-up, quindi questo modo di suonare mi era familiare; inoltre ho suonato tantissimo il metal con diverse band da adolescente. Poi ho suonato per cinque anni con i Suicidal Tendencies e anche lì c'erano degli elementi metal. Passare dal set di cinque pezzi che usavo con i Bad Religion a quello con cui suono con gli Avenged è stato divertente, anche solo per il fatto che ci sono molte più tonalità. Ci sono i charleston che non mi è mai capitato di usare. Questo da la possibilità di spaziare molto di più in termini di creatività. Nel nuovo disco c'è una canzone che si chiama Higher che ha un andamento cross-stick con i charleston e un ritmo di contrabbasso non troppo intricato. Senza il set che uso ora non sarei riuscito a creare qualcosa del genere."
La musica degli Avenged Sevenfold è piena zeppa di energia, specialmente le parti di The Rev. Essere bravi è un conto, ma avere la resistenza per riuscire a suonare per lunghi periodo è essenziale. "Per riuscire ad andare avanti con la creazione del disco facevo esercizio tutti i giorni," ammette Brooks. "Anche nei live, sono uscite fuori delle canzoni che non avevo mai suonato prima, e Jimmy riusciva fare velocemente tantissime note di fila. È un lavoro in continua evoluzione. Se ti prendi una pausa troppo lunga rischi di arrugginirti. Mi pare che Steve Smith lo chiami "esercizio di mantenimento", in cui anche se stai senza suonare per un certo periodo di tempo, devi riuscire a ritagliarti qualche giorno a settimana per mantenerti in allenamento."

LA PAROLA AL TECNICO: 5 minuti con Connor Montgomery, il tecnico della batteria di Brooks.
D: Come hai iniziato a lavorare con Brooks?
R: Il mio primo tour è stato in Europa con i Bad Religion, li ho conosciuti tutti al primo show a Francoforte. Brooks e io siamo andati subito d'accordo! Fino ad ora ho lavorato con lui in numerosi progetti - Bad Religon, Tenacious D, The Vandals, Big Talk, Mass Mental - ho anche lavorato con lui per il provino con gli Avenged due anni fa.

D: Com'è lavorare con Brooks?
R: Lavorare con Brooks è fantastico. Personalmente penso che sia uno dei migliori batteristi in circolazione. Ho imparato tantissimo da lui. La famiglia Wackerman è speciale, ho anche preso lezione di jazz dal padre di Brooks, per cercare di apprendere qualcuno dei loro segreti! Quando si tratta di collaborazioni lavoriamo sempre insieme. Ogni volta che esce un nuovo kit andiamo insieme a provarlo da DW [Drum Workshop - produttore di batterie].

D: Qual è la tua giornata tipo in tour?
R: Una giornata tipo deve iniziare con del caffè. In questo tour ci portiamo dietro il nostro palco e la batteria di Brooks è l'unica cosa presente sulla scena prima che entrino anche gli altri ragazzi. Questo mi da parecchio tempo a disposizione durante il giorno per far si che tutto sia a posto. Una volta che arrivano le mie valigie mi metto subito al lavoro. Inizio col sistemare tutti i tamburi e le attrezzature al proprio posto, dopodiché li pulisco. Una volta che tutto è sistemato, accordo la batteria e inizio a lucidare i piatti. Durante il concerto sto giù dal palco, subito dietro Brooks, con bacchette di scorta, rullanti, pedali e piatti. Brooks è decisamente uno che picchia duro, quindi sono sempre pronto nel caso in cui ci sia bisogno di sostituire qualcosa. Finito il concerto imballo tutto e lo faccio caricare sul camion e dopo, si spera, ho finalmente tempo per una doccia!

D: Sei stato il tecnico di Brooks anche in studio, durante la registrazione di The Stage. Com'è stata quest'esperienza?
R: È stata la prima registrazione a cui ho partecipato. La quantità di tamburi che avevamo era incredibile. C'erano circa 30 rullanti, quattro kit completi e un sacco di piatti tra cui scegliere. La cosa che mi è piaciuta di più è stata guardare la band creare il disco. Ogni giorno Brooks se ne uscire con nuove idee pazzesche. Partecipare è stato di grane ispirazione.

STILE E SOSTANZA
La musica degli Avenged Sevenfold non è fatta di note brevi. Se si trattasse di una qualunque altra band avremmo a che fare con un crimine musicale, ma il loro stile unico e le loro canzoni imponenti sono creati alla perfezione. Abbiamo chiesto a Brooks di parlarci del suo approccio creativo in un territorio musicale così delicato. "La maggior parte di ciò ha a che fare con il fraseggio," spiega. "In questa band ci sono moltissime note che un batterista deve eseguire. È sempre un battaglia, un tiro alla fune tra 'dovrei suonare tutte queste note in quattro barre o lasciar respirare la canzone?' Solitamente di opta per qualcosa di più feroce piuttosto che per il meno è meno è meglio. È così che si scrivono e improvvisano le parti. Se si tratta del momento dell'assolo di chitarra bisogno trovare il modo di non interferirvi, optando per qualcosa di più leggero. Per Exist, l'ultima canzone del disco, ho trascorso molto tempo a cercare di perfezionare quello che funzionava e a sistemare quello che non funzionava. Una volta sentita in studio sono riuscito ad avere un'idea chiara di quello che avevo realizzato. È stato come per un progetto di scienze."
Qualunque sia l'approccio, ci sono molti momenti spettacolari per la batteria in The Stage, in particolare nel groove di Paradigm. "Paradigm è un ottimo esempio," afferma Brooks. "Abbiamo messo insieme il tutto in un'ora, avevo quel groove ben chiaro nella mia mente. Siamo andati a casa di Brian; è lì che abbiamo registrato le demo di tutte le canzoni. Ho iniziato a suonare quel groove ed è subito venuto fuori il riff di chitarra. Mi piace moltissimo suonare God Damn. Ci sono molti alti e bassi in quella canzone. Il groove principale ci ha messo un po' a svilupparsi. Il rullante sul 2 e sul 4 mi suonava strano all'inizio. La struttura di Higher è venuta fuori mentre stavo giocando. Pensavo fosse troppo strana da mettere nel disco. Non avevo mai scritto niente del genere ma pensavo fosse interessante dal punto di vista sonoro."
Dopo aver raggiunto gli obiettivi prefissati nella fase di scrittura, un altro elemento chiave per Brooks è stato riuscire a dare alla batteria il suono di cui le canzoni avevano bisogno. Ha optato per il kit Cherry Mahogany della DW con cui ha suonato per tanti anni con i Bad Religion. Un tom extra, una seconda grancassa, un'imbarazzante quantità di piatti ed era pronto a suonare. Ma non si è certo fermato qui. Durante le sessioni di registrazione di The Stage, Brooks ha aggiunto un po' di magia con un rullante speciale. "Uno dei rullanti usati per incidere metà del disco è un Ludwing 402 Supra Phonic di acciaio. Mio fratello è amico di Jeff Ocheltree, che era il tecnico di Bonham. Mi ha prestato il rullante con cui ha suonato John in In Though The Out Door. Era una bestia. Abbiamo usato anche un ottavino."
Mentre i batteristi punk preferiscono usare un kit più piccolo, Brooks è sempre stato un fan di quelli più grandi, per un'ottima ragione. "Ho sempre avuto de file di tamburi," conferma. "Con i Bad Religion usavo un rack, due file e quattro o cinque piatti. Credo di essere sempre stato proiettato sull'uso di più tamburi, in modo da avere sempre disponibile l'intera gamma di suoni. A seconda dei kit che avevo a disposizione elaboravo schemi diversi. Quello che suonerò stasera è un'evoluzione. Prima di registrare il disco avevo un paio di tamburi oltre alla mia grancassa. Abbiamo deciso che ne serviva almeno un terzo per avere un suono più completo."
Il nuovo show richiede molti attacchi chiari e precisi dalla batteria e non ci sono interruttori sul kit, quindi avere un buon batterista è fondamentale. "Abbiamo un tecnico del suono fantastico che chiamiamo 'Shirt'. È lo stesso ragazzo che lavora anche con gli Slipknot. Lui sa, soprattutto per quanto riguarda le nuove canzoni, come sfruttare al meglio il suono della batteria. La prima volta che ho lavorato con lui abbiamo passato ora a fare il soundcheck. Non uso troppe cose, giusto un paio di tamburi della DW. Moon Gel è molto minimal, uso delle toppe di nylon su entrambe le grancasse. La DW ha appena realizzato dei pedali di legno che risultano più leggeri di quelli standard, e ciò di consente di usarli molto velocemente."
"Attualmente sto usando un rullante di ottone 14"x6"1/2," continua. "Un paio di sere fa era stato accordato troppo in alto e abbiamo dovuto sistemarlo per trovare il giusto compromesso. Mi piacciono i rullanti acuti, ma con un suono più corposo. Quando perdi la corposità il suono sembra strozzato, quindi per me il suono perfetto per un rullante è una via di mezzo tra questi due. Per quanto riguarda i tamburi, mi piace che ci sia una certa disparità tra le loro grandezze, in modo tale che si possa distinguere l'11" dal 12", il 13"dal 15" e dal 16", così che ognuno abbia il suo sound.

PAURA DA PALCOSCENICO
In occasione del tour nel Regno Unito, il cantante degli Avenged, M. Shadows (Matt Sanders) ha deciso di introdurre in scaletta un assolo di batteria del nuovo arrivato. È nata come richiesta improvvisa, ma poi è diventato un appuntamento fisso. Un tipo tranquillo e modesto come Brooks, come si sentirà un volta messo al centro dell'attenzione? Gli piacerà esibirsi in un assolo? "[La prima volta che mi è stato chiesto di fare un assolo per gli Avenged] Ho iniziato a suonare la prima cosa che mi è venuta in mente. Dopo quella sera abbiamo iniziato a farlo a caso. Credo che Matt stesse scherzando su uno dei miei finali di Bat Country. Non ho dei veri e propri finali convenzionali, suonano un po' come la sindrome di Tourette. Forse è per via dello studente di arte che c'è in me. Faccio un minuto o due di improvvisazione e poi torno con i piedi per terra. Ho iniziato a fare assoli dal vivo con i Tenacious D. Alla fine del concerto Jack [Black] voleva che ogni membro della band facesse il proprio assolo. Al liceo ho suonato in un gruppo jazz, quindi quando ci esibivamo facevo sempre degli assoli di batteria." Sono sempre quelli più tranquilli...
Brooks riflette su cosa significa essere un membro ufficiale degli Avenged Sevenfold e su quanto sia importante per lui avere un posto dove poter lasciare le sue bacchette a lungo termine. "Ho partecipato a dei tour importanti. Ho sostituito Travis nel tour dei Blink in Australia [2013] e sono stato in tour con i Tenacious D quando in ballo c'era una grossa produzione, ma non ho mai partecipato a un tour in cui sono membro della band e ricevo degli input creativi. Per me significa molto e ha ancora più valore perché sono parte di un album in cui ho messo cuore e anima. Amo il fatto di essere stato presente sin dal primo giorno di vita di quello che oggi stiamo promuovendo. Ognuno in questa band prende il suo strumento molto seriamente, sono tutti molto bravi a suonare e questo mi fa venir voglia di fare sempre meglio, sera dopo sera. È in assoluto una band di musicisti ed è ciò che ho sempre desiderato.
 
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