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Johnny intervistato da OUI FM

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Silviavee
view post Posted on 5/3/2017, 16:29




Johnny recentemente è stato intervistato da OUI FM ed ha parlato di come è stato tornare a Parigi, la creazione del nuovo palco, il concept di The Stage, di Brooks e come ha contribuito nel nuovo album, dell’essere nella band da 15 anni e delle sue influenze come bassista.

Di seguito l'intervista:
Buona sera Johnny e grazie per averci concesso questa intervista. L’ultima volta che gli Avenged Sevenfold sono venuti all’Accorhotels Arena era nel 2008 aprendo per gli Iron Maiden. Cosa si prova a tornare?
è bello tornare, quando ho visto la sala uscendo dal bus mi sono tornarti in mente ricordi. Mi ha fatto un certo effetto passare da band di apertura a band headliner, siamo molto contenti. Per questo tour siamo con i Disturbed e i Chevelle. Per quanto riguarda i Disturbed più volte abbiamo fatto un tour insieme, siamo come vecchi amici.

Per questo tour usate molti più effetti di scenici. Puoi parlarcene?
Più una band cresce, più hai la possibilità di migliorare il tuo show. è ciò che abbiamo sempre cercato di fare e questo permette di rafforzare l’identità visiva dell’album. Per questa tournée, abbiamo smesso di fare cose che facevamo precedentemente, come gli effetti pirotecnici o le grandi strutture, abbiamo optato per gli schermi giganti e questo cubo che si muove nello spazio scenico, per meglio attenerci all’identità di The Stage. Abbiamo pensato pure ai fan che non sono in prima fila ma comunque riescono a vedere un sacco di cose sul palco. Ci sono anche delle altre canzoni degli scorsi album che si attengono bene al concept visivo di tutto, in particolare Planets e Acid Rain (dell’album Hail to the King – 2013). Non abbiamo pensato al momento in cui le abbiamo scritte, è stato divertente perché sono state tra le ultime canzoni composte all’epoca. Quindi è come se avessimo ripreso le cose da dove le avevamo lasciate.

Puoi parlarci del concept dell’album The Stage esattamente?
Il tema generale è una riflessione sul futuro e su come sembrerà. Ci interessava e abbiamo iniziato a leggere libri relativi. Non siamo scienziati o esperti in materia, ma ci piace parlare della possibilità di intelligenza artificiale, il fatto di viaggiare verso Marte o altri luoghi dell’universo. Ci ha fatto pensare e ci ha anche ispirati. Ci sono anche altri elementi che ruotano attorno a questa tematica, come The Stage, che parla della storia dell’umanità. Se si vuole parlare del futuro, bisogna guardare nel passato, c’è sempre un legame. Si parla anche di burocrazia e altri argomenti che si possono legare.

In questo album avete un nuovo batterista, Brooks Wackerman (ex-Bad Religion). puoi parlarci di lui?
Tutto va meravigliosamente bene con lui. Ci ha aiutato molto con la stesura, lui è una persona che compone con la batteria. è molto professionale, è un batterista eccellente, fa delle cose che non ho mai visto prima. Quando siamo entrati in contatto con lui si è creato subito un legame e si è integrato facilmente.

Com’è lui rispetto ai batteristi precedenti?
Jimmy « The Rev » Sullivan non era soltanto un batterista ma era il nostro migliore amico e nostro fratello quello che scriveva era incredibile. Dopo la sua morte ci è risultato impossibile sostituirlo semplicemente. I fan volevano che continuassimo quindi abbiamo preso Mike Portnoy (ex-Dream Theater), poi Arin Ilejay, che è stato un batterista eccellente ma con il quale non riuscivamo a trovare un punto di accordo nella composizione dell’album, siamo sempre rimasti amici e parliamo sempre al telefono. Lui al momento fa parte di una nuova band e sicuramente gli farà bene non essere più considerato il “nuovo”.

Puoi parlarci del tuo contributo in questo album?
Dopo la morte di Jimmy "The Rev" Sullivan e l’uscita di Nightmare(2010), c'è stato un vuoto nel processo creativo del gruppo. Così, da Hail to the King, ho cercato di portare più elementi nella stesura, con riff che si possono assemblare, ma il mio ruolo era principalmente di assemblare tutto e aiutare con la produzione. Ho dovuto imparare ad usare ProTools, mentre io non sono un esperto di computer. E 'stato un po' lungo, ma è stato divertente da fare. Ognuno mette le mani in pasta e dà il suo parere, questo è il modo in cui avanziamo. Non si lascia mai lo studio se tutti non sono c’accordo. Se uno di noi ha qualcosa di cui lamentarsi, cerchiamo di fare qualcosa di diverso. Questo è il nostro modo di lavorare dal primo giorno.

Ti sei aggiunto alla band nel 2002. Sono 15 anni che sei nella band. Che effetto fa?
Non sapevo neanche fossero 15 anni. Siamo una famiglia, sono fratelli e amici. Quando finiamo il tour, usciamo sempre insieme perché viviamo tutti ad Huntington Beach. è bello avere questo progetto con i tuoi migliori amici e in aggiunta avere successo. Abbiamo ancora alcuni obiettivi da raggiungere ma ci stiamo arrivando lentamente.

Raccontaci delle tue influenze come bassista
L’unico che davvero mi ha fatto venir voglia di suonare è stato Cliff Burton (Metallica), soprattutto il pezzo Anesthesia - Pulling Teeth nell’album Kill ‘Em All (1983). Non sapevo che un basso potesse suonare così. Poi ho scoperto Primus’ Claypool guardando MTV con la clip Wynona’s Big Brown Beaver ed ho pensato, “Che diavolo è quello?” ho preso l’album (Tales from the Punchbowl – 1995) ed ho capito davvero cosa Les Claypool stava facendo ed ho provato ad imparare cosa faceva … che è davvero difficile per un principiante. Poi sono passato al punk rock e ci sono altre cose difficili e divertenti da fare, soprattutto con Matt Freeman (Rancid) o Fat Mike (NoFX). Le mie influenze arrivano da lì, ma con gli anni, ascolto davvero tutto e provo ad includerlo nella nostra musica, qualunque sia lo stile.
 
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