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Intervista a Matt per Rolling Stone

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view post Posted on 28/10/2016, 06:08
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Giovedi Matt è stato intervistato da Rolling Stone per parlare del nuovo album che, a sopresa, è uscito oggi, 28 ottobre.
Si parla quindi della scelta di fare uscire l'album senza troppi preamboli, dell'annuncio fake di Chris Jericho, del best of, di intelligenza artificiale e di una partecipazione speciale in Exist.

Qui potete leggere l'intervista per intero.


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Traduzione a breve

Edited by NirvanA7X - 28/10/2016, 07:30
 
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view post Posted on 28/10/2016, 12:47
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GLI AVENGED SEVENFOLD PARLANO SU LORO DISCO SULL'INTELLIGENZA ARTIFICIALE E IL CAMEO DI NEIL DEGRASSE TYSON

Il cantante M. Shadows sui nanobot, lo scrivere "grandi pezzi classici" sul Big Bang e lo stile "pazzo e grezzo" della produzione di The Stage.

Sembra proprio che quello degli Avenged Sevenfold sarà un autunno pieno di impegni. A seguito di un'esibizione in realtà virtuale trasmessa in live-streaming, la band metal dell'Orange County ha ufficialmente rivelato The Stage, il loro settimo album in studio nonché successore di Hail To The King (2013) che ha dominato le classifiche. Escluse le misteriose proiezioni della mascotte della band, il Deathbat, che ci sono state in ottobre, e il successivo rilascio della canzone di otto minuti e mezzo che da il titolo all'album, l'LP era stato poco pubblicizzato; molti fan si aspettavano che non uscisse prima di dicembre.

Oltre a essere il primo album del gruppo con la Capitol Records dopo più di dieci anni con la Warner Bros. - nonché il primo con l'ex batterista dei Bad Religion, Brooks Wackerman, che ha rimpiazzato Arin Ilejay nel 2015 - , The Stage è anche il progetto più ambizioso degli Avenged Sevenfold. Co-prodotto con la band da Joe Barresi (Queens of the Stone Age, Tool, Melvins), The Stage è un concept album epico sull'intelligenza artificiale, unito alla musica più aggressiva e pazza della carriera del gruppo. Un'avventurosa deviazione dal classico stile hard rock di Hail To The King. L'album si conclude con un'interpretazione di 15 minuti del Big Bang, arricchita dal monologo dell'astrofisico Neil deGrasse Tyson.

In previsione dell'evento di giovedì, Rolling Stone ha incontrato il frontman degli Avenged Sevenfold, M. Shadows, per parlare di The Stage, della sua passione per l'intelligenza artificiale, scoprire qualcosa sullo show e capire come siano riusciti a far si che uno dei più famosi scienziati americani apparisse nel loro disco.

D: Perché rilasciare improvvisamente un album senza nessun preavviso?
R: Beh, gran parte di ciò ha a che fare con la noia [ride]. Tutti gli altri lasciano un sentiero di briciole, rilasciano quattro o cinque singoli prima di far uscire il disco. Questo fatto porta via l'alone di mistero intorno all'album. Quando arriva il momento di farlo uscire sono già state rilasciate 50 interviste sul tema del disco e sulle sue sonorità. E' il 2016; l'attenzione delle persone è così labile che chi ha tempo per tre mesi di preparazione?
Qui ci sono cinque ragazzi che sono veramente stufi di tutto questo; quindi per noi la cosa migliore era una promozione breve ed emozionante, e poi agire su tutti i livelli. Questo è il disco - ci abbiamo lavorato per molto tempo e ora è disponibile per te. E adesso possiamo scoprirlo tutti insieme, dopo che lo hai ascoltato, anziché parlartene come se ti stessimo lanciando le briciole. Abbiamo detto: "Niente chiacchiere inutili questa volta - faremo solo quello che vorremo fare, dal live show al merchandising, a come presentare e realizzare le cose".

D: La scorsa settimana la vostra etichetta precedente, la Warner Bros., ha annunciato che a dicembre rilascerà un greatest hits degli Avenged Sevenfold. Avete spostato la data di rilascio di The Stage come reazione a questo annuncio?
R: No - sono venuto a conoscenza dell'album della Warner lo scorso venerdì, esattamente come voi. Per noi è stata una sorpresa, ma il tutto era già stato messo in moto da Agosto. Chris Jericho aveva pubblicato un finto post [Instagram] in cui annunciava che l'album sarebbe uscito il 9 dicembre, giusto per confondere le persone; ci stavamo ridendo su proprio l'altro giorno perché tutti avevano preso la notizia per buona.
E' stato molto difficile farlo in questo modo, perché abbiamo capito che i fan del rock tengono veramente molto ad avere la copia fisica tanto quanto quella digitale - vogliono comprare il CD, vogliono il vinile. All'inizio avevamo detto: "Rilasciamolo solo in formato digitale. Tutti hanno Spotify, tutti hanno un servizio streaming o simili". Ma ci siamo resi conto che questa scelta avrebbe turbato molti fan, quindi abbiamo optato per una distribuzione diversa da Radiohead, Beyoncé o Kanye, dove ci sia fisicamente un prodotto nei negozi il Giorno Uno.
Tanto rispetto per al Capitol anche solo per cercare di intraprendere questo percorso, specialmente a livello internazionale. E' da non credere.

D: Musicalmente e liricamente, The Stage è molto più ambizioso di Hail To The King. Era questo l'intento iniziale?
R: Siamo arrivati a un punto nella nostra vita in cui non vogliamo rilasciare niente tanto per farlo. Non vogliamo che sia una cosa tipo: "Sono passati due anni. Vi siete presi la vostra pausa; ora fate un altro disco e pubblicatelo". Avevamo bisogno di aspettare che qualcosa ci ispirasse veramente, ecco perché ci abbiamo messo così tanto a finire questo disco.

D: Le canzoni del disco ruotano tutte attorno all'intelligenza artificiale. Quale aspetto di questo argomento ha catturato la tua attenzione?
R: Qualcuno mi ha mandato un articolo sull'intelligenza artificiale scritto da Tim Urban sul sito "Wait but Why". Credo sia una di quelle cose di cui la nostra generazione dovrà rispondere e volevo informarmi al riguardo. Quindi ho deciso di leggere altri articoli - mi sono imbattuto in un sacco di roba di Sam Harris e ho ascoltato alcuni dei suoi podcast sull'intelligenza artificiale e su cosa possa significare. Ho iniziato ad ascoltare diverse opinioni da Mark Zuckerberg a Elon Musk, a Stephen Hawking. …
Più leggevo, più l'argomento mi appassionava, quindi ho pensato: "Sai che c'è? Ho veramente voglia di parlarne!". Si tratta di un argomento che diventerà centrale nel futuro, per i nostri figli e per i figli dei nostri figli; e se la nostra voce ha la possibilità di urlare dalla cima di una montagna, mi piacerebbe che lo facesse parlando di qualcosa che possa anche educare un po' i nostri fan - o magari fargli venire voglia di informarsi. Stiamo per rilasciare un'opera d'arte e deve parlare di questo, perché è ciò che ci sta trasmettendo davvero tanto al momento!

D: Quindi gli altri ragazzi non hanno detto: "Amico, basta con questa dannata intelligenza artificiale!"
R: No [ride]. Dal momento che gli ho presentato l'argomento da un punto di vista realistico e scientifico, è stato molto meno minaccioso di come sarebbe potuto essere se gli avessi detto "Ehi, scriviamo un disco su Bigfoot!". O comunque su qualche altra strana teoria di cospirazione. Più gliene parlavo, più loro si informavano al riguardo. E poi all'improvviso sono arrivati dei riff stimolanti, e delle strutture originale per delle canzoni; ci ha dato la libertà di seguire un sacco di cose.
Quindi si, volevamo scrivere qualcosa sull'intelligenza artificiale, non in senso fantascientifico, tipo Terminator, ma più in senso scientifico. L'album parla di cose che in realtà si trovano dietro l'angolo e che hanno il potenziale per cambiare il mondo. Abbiamo questo desiderio di conoscere le risposte alle grandi domande sullo spazio e su dove ci troviamo. Non ci evolviamo abbastanza velocemente da poter ottenere le risposte da soli, ma possiamo farlo attraverso l'intelligenza artificiale. Ma ci sono anche dei lati negativi spaventosi che potrebbero verificarsi se non prendiamo le giuste precauzioni per la nostra sicurezza.

D: Puoi farmi un esempio?
R: La canzone Paradigm parla dei nanobot - e di come il loro potenziale possa essere sfruttato per curare le malattie a permetterci di vivere per sempre. Ma a quel punto quanto resterebbe dell'essere umano? Se sei un macchina al 70% e umano al 30% , finirai per perderti? O una canzone come Creating God - i computer diventano sempre più intelligenti e improvvisamente diventano il tuo dio; sono molto più intelligenti di te, ai loro occhi sei come una scimmia o una formica. E poi la seconda metà del disco va nello spazio e alla volta della sua esplorazione, e su come noi esseri umani ci trattiamo a vicenda - non ci mettiamo mai nei panni degli altri perché vogliamo vedere solo la nostra realtà.

D: Neil deGrasse Tyson ha fatto un cameo alla fine di Exist. Come è stato realizzato?
R: La canzone nasce dal voler replicare il Big Bang in una sorta di versione heavy metal, del tipo: "Ok, quando è successo doveva suonare così!". E' un grande pezzo classico. Amiamo The Planet di Gustav Holst, ma nessuno ha mai parlato del Big Bang, quindi lo abbiamo fatto noi! Volevamo che fosse tutta strumentale, poi Brian [il chitarrista Synyster Gates] ha detto: "Beh, credo che dovrebbero esserci delle parti vocali". Alla fine siamo giunti a un compromesso "Ok, quando arrivano le parti vocali è la Terra che parla - la vita che inizia per la prima volta dopo il periodo di gelo del Big Bang". All'inizio volevamo registrare Carl Segan e fargli leggere un estratto di The Pale Blue Dot, ma non era disponibile, quindi ci siamo rivolti a Neil.

D: Avete avuto difficoltà a parlargliene?
R: No, è stato fantastico. Gli abbiamo spiegato che volevamo educare i nostri fan e volevamo inserire una voce della scienza in un'altra forma d'arte e lui ha detto: "Si - se è per l'educazione facciamolo!". Ci ha chiesto di leggere alcuni saggi che aveva usato al Hayden Planetarium e di scegliere gli estratti che volevamo espandesse. Abbiamo trovato delle cose che ci piacevano, ne abbiamo parlato con lui al telefono e abbiamo scelto un pezzo che piacesse a tutti, poi lui lo ha sistemato per noi.

D: E' piuttosto ironico che un album sull'intelligenza artificiale sia il disco più "umano" che avete realizzato in più di dieci anni.
R: Assolutamente! [ride] Secondo me quando le persone sapranno che è un disco sull'intelligenza artificiale penseranno "Oh, si sono dati alla musica elettronica e techno!". Ma musicalmente parlando volevamo che fosse vivo e naturale.

D: Suonerete molte canzoni di The Stage nel vostro prossimo tour?
R: Assolutamente. E' da giugno o luglio che progettiamo un palco che ruoti attorno a questo tema. Abbiamo assunto una compagnia che ha montato le scenografi per il Cirque du Soleil e stiamo cercando di fare qualcosa che nessuna band abbia mai fatto prima. Vorremmo allontanarci dai soliti giochi pirotecnici e metter su uno show che si muova organicamente all'interno delle idee che costituiscono questo disco. Stiamo cercando di prendere questo album e farlo diventare il nuovo The Wall dei Pink Floyd - si tratta di un evento, non di un semplice show.

D: Sembra che vi stiate divertendo tantissimo.
R: Amico, è stato fantastico. Vocalmente e musicalmente siamo usciti molto fuori dagli schemi con questo disco - se ci imbattiamo in qualcosa che ci fa ridere lo mettiamo nel disco. Abbiamo riso per tutto il tempo in cui abbiamo realizzato City Of Evil (2005), quindi credo sia un buon segno. E' come se tu senta il bisogno di pubblicarlo per forza, a prescindere e le persone lo ameranno o lo odieranno. Cioè, tutti i miei dischi preferiti sono così. Vedi l'ultimo disco di Bowie - è brillante, ma è così dannatamente fuori dagli schemi, è per questo che è arte! Per noi è molto emozionante pubblicare qualcosa di questo tipo ed esserne soddisfatti completamente, al 100%. E poi, fare tutte queste cose in segreto è divertentissimo. Ce la stiamo spassando!
 
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