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A7X su Metal Hammer e Team Rock, (copertine, articoli e scan)

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giada7x
view post Posted on 16/2/2017, 17:34 by: giada7x
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Gli amici di A7X Memes ci hanno fornito gli scan dell'intervista:
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Grazie a Elenasofia, Camilla ed Anita per la traduzione:

Con i Black Sabbath che stanno per salire sul palco per l'ultima volta, abbiamo chiesto a M. Shadows degli Avenged Sevenfold di fare un' intervista speciale ed emblematica con Doppia O in persona. Ecco quello che succede quando...

DUE GENERAZIONI SI SCONTRANO

"Se non reggi la competizione, scendi da questo dannato palco." Ozzy non ha tempo per le buffonate egocentriche.

E' strano sapere di essere testimoni della storia durante il suo compimento. Ed è ancora più insolito vederlo accadere in un martedì notte dannatamente freddo a Glasgow. Eppure eccoci qui, rinchiusi nel labirintico backstage dell'Hydro Arena, dietro le tende tirate di un camerino, seduti tra due inconfutabili icone del nostro mondo. In un angolo Ozzy Osburne: frontman dei Balck Sabbath, la band con cui tutto è iniziato e senza la quale questa rivista - cavolo, ogni singola sfaccettatura di questa scena - non esisterebbe. La più grande personalità che l'heavy metal abbia mai prodotto, e un uomo che ad oggi ha trascorso quasi cinque decadi in cima alle classifiche.
Nell'altro angolo, M. Shadows: cantante degli Avenged Sevenfold, una band che ha cercato di raccogliere il testimone e ha tentato di portare la musica heavy verso i nuovi capitoli della sua evoluzione, facendosi strada nelle classifiche per più di una decade e ritrovandosi a essere uno dei nomi più importanti del ventunesimo secolo. Quando Shadows - lui stesso è un grandissimo fan dei Sabbath - ha accettato di aiutarci a dirigere quella che sarebbe stata l'ultima intervista di Ozzy sotto l'appellativo di Sabbs, sapevamo di avere qualcosa di veramente speciale tra le mani. A dirla tutta: solitamente momenti come questi non accadono molto spesso.
Detto ciò, c'entra qualcosa l'allineamento delle stelle nell'incontro tra questi due pezzi grossi. Come si è detto oggi, i Black Sabbath sono a metà del loro ultimo tour - l'ultima tappa di una carriera cha ha definito il metal così come lo conosciamo. Ne sono i padrini. L'inizio e la fine di una cultura alternativa. La loro uscita da questo mondo avrà ripercussioni profonde e immediate. Gli Avenged, nel frattempo, hanno tenuto un paio di giorni fa le due date più importanti del loro tour nel Regno Unito: hanno riempito la O2 Arena di Londra che li ha visti debuttare con il loro nuovo e imponente live show. Questo fa si che non si tratti solo di uno scontro fra due generazioni, ma anche di un simbolico passaggio del testimone - la prima e l'ultima opportunità di intrattenere un pubblico con queste due colonne portanti di tutto ciò su cui la nostra rivista si basa. Con la sola presenza di Hammer e del nostro fotografo John McMurtrie, è giunto il momento di sederci e di scoprire cosa è successo quando le due ere si sono incontrate.

Shadows: "Allora, Metal Hammer mi ha chiesto di intervistarti!"

Ozzy: "Amico, è fantastico!"

S: "Si, lo è! Immagino sia perché la mia band rappresenta la nuova generazione, e voi siete al vostro ultimo tour, quindi ci hanno messi insieme. Com'è andato il tour fino adesso?"

O: "Beh, oggi la batteria mi ha perforato un orecchio, è come se la mia testa fosse dentro una scatola."

S: "Oh amico. Sembra terribile."

O: "Già, mi sembra di avere le orecchie sott'acqua, sai? Ma sono pronto! Facciamolo!"

S: "Bene, dato che questo è l'ultimo tour dei Black Sabbath, qual è stato il tour più bello a partire dai primi anni?"

O: "Ogni tour hai suoi momenti speciali. Un tour è un tour, sai? Abbiamo fatto questo per 47 anni, ma è un'esperienza della vita come un'altra. Hai una bella giornata, hai una brutta giornata, fai un bel concerto, fai un brutto concerto. A volte sali sul palco ed è dannatamente terribile, ahah! Ogni palco ha un sound differente. Ma è semplicemente rock 'n roll!"

"CREDEVO CHE I METALLICA SI PRENDESSERO GIOCO DI ME."
Ozzy non riusciva a credere che le altre band avessero una grande considerazione dei Black Sabbath.

S: "Ti ricordi di qualche band in particolare dei vostri primi anni con cui vi siete divertiti ad andare in tour?"

O: "Personalmente, la più pericolosa che ricordo sono i Mötley Crüe, negli anni Ottanta. Diavolo, è stato folle. Eravamo come dei pirati. Ho detto al mio tour manager 'Dannazione, qualcuno di noi morirà in questo tour. ' Com'era prevedibile, poco dopo, Vince Neil ha ucciso qualcuno in una macchina. Ma per ogni tour, ancora adesso, non sono uno di quelli che fa la ramanzina alle band di supporto. Non dico 'Non potete stare qui, questo non potete farlo.' Li guardo e penso che si tratta di un concerto, non di essere sul Palco A o sul Palco B, è solo un cavolo di concerto. Meglio essere simpatici che degli stronzi. Per essere uno stronzo devi avere una buona memoria!"

S: "Ahahah! Verissimo."

O: "La band che ci ha accompagnati in questo ultimo tour, i Rival Sons, è un bel gruppo di ragazzi, li saluto sempre e gli ricordo che se hanno bisogno di qualcosa gli basta chiedercelo. Loro non sanno come siamo. Quando eravamo agli inizi, le band headliner avrebbero cercato di puntare i riflettori sulle band di supporto [per sabotarle], e altra roba di questo genere. A me non piacciono queste cose. Se non reggi la competizione, scendi da questo dannato palco, chiaro?"

"AVETE INIZIATO QUESTO PER TUTTI NOI."
Senza i Black Sabbath, gli Avenged non sarebbero esistiti.

S: "Assolutamente. Insomma, ti prendi cura delle tue band di supporto?"

O: "Li tratto semplicemente come persone. Altrimenti ci si ritrova con una guerra. Ed essere in tour è già una battaglia così. Solo perché sei un gruppo spalla, non significa che non sei importante. Mi ricordo quando siamo andati in tour con i Kiss, è stato la morte per noi. Tutto il pubblico era travestito e truccato! Ma è stato divertente, perché se non è divertente è inutile farlo! Se non ti piacciono questi ingaggi, trovati un lavoro! Mia madre mi diceva sempre: 'Quando la smetterai di cazzeggiare con questa band? Trovati un lavoro vero!' Era quello che pensava, sai, ma non mi ci vedo a lavorare al McDonald, a servire hamburger, ahahah! Comunque non sarei riuscito a tenermi stretto un lavoro vero..."

S: "Neanche io. Tornando ai Sabbath: esattamente, come pensi che questa band sia riuscita a diventare così importante?"

O: "Sai cosa? E' un mistero che non riuscirò mai a svelare. Ero convinto che le altre band mi prendessero in giro quando mi dicevano di adorare i Black Sabbath. Mi ricordo quando i Metallica hanno aperto per me [nel 1986], ho sentito provenire la musica dei Sabbath dal loro camerino. Ero così inconsapevole, ho detto al mio assistente: 'Mi stanno prendendo in giro?!' Quando sei nell'occhio del ciclone, non ti rendi conto di quanto sia grande la tempesta. Quindi non so darti una risposta. Ma ne sono lieto. E ora i Black Sabbath hanno quasi 50 stramaledetti anni..."

S: "Quale credi che sia stato il più grande contributo che i Black Sabbath hanno dato al metal?"

O: "Non lo so, le persone dicono sempre che noi abbiamo inventato il metal. Ma mi piacciono i Kinks, i Led Zeppelin, gli Who, e penso che noi proveniamo da questo. Ma credo anche che Tony Iommi, per quel che vale, sia il re dei riff demoniaci. Non c'è nessuno che sia in grado di eguagliarlo. Considerando che ha pero le falangi di due dita... ad oggi mi stupisco ancora di come riesca a toccare le corde. E' fantastico. E' una di quelle persone a cui puoi dare uno strumento qualunque ed essere certo che poco dopo uscirà dal suo camerino suonandoci qualcosa. Potrebbe trattarsi anche di una cornamusa, davvero qualunque cosa!"

S: "Ah! E' vero, nessuno è come Tony."

Vestito con una larga t-shirt nera, gioielli, jeans neri e (indovinate) un berretto nero, Shadows è il ritratto della perfetta rockstar moderna mentre, meno di dieci minuti prima di questa intervista, si avvia insieme al Principe dell'Oscurità a fare le foto. Ora, invece, è solo Matt Sanders, il fan dell'heavy metal, evidentemente entusiasta di essere seduto a pochi centimetri dall'uomo che ha fatto si che tutto iniziasse e ascolta attentamente le risposte che il suo intervistato gli fornisce (e, a essere onesti con il frontman degli Avenged, sarebbe un ottimo giornalista musicale. Il bastardo).

Nel frattempo Ozzy nonostante la sua fama ed importanza rimane uno con i piedi per terra, lasciando da parte ogni supponenza e dando l’impressione di un ragazzo di Birmingham genuinamente umile nonostante l’essere riuscito a fare ciò che ha fatto. Nonostante sia così esperto da entrare in ‘modalità Ozzy’ per il photoshot poco prima, sembra voglia essere trattato come un fan del rock n roll che si esibisce in rock show. E ancora nonostante i suoi 68 anni e la sua capacità di cambiare in un istante, risulta essere un chiacchierone, attento e veloce nelle risposte che Shadows gli pone, sia che l’argomento riguardi la sua carriera con i Sabbath o da solista, o anche la futura generazione dell’heavy metal…

S: ‘Per me, come membro di una band, avete iniziato voi per tutti quanti noi altri musicisti del genere…’
O:’All Ozzfest molte band giovani sono venute da me e mi hanno detto – oh non siamo degni! ( mimando un inchino). Tutto questo mi imbarazzava. E quando alcuni dicono – sei stato la nostra più grande ispirazione – posso effettivamente vederlo ma con altri penso semplicemente – da dove cazzo viene sta roba? – Quello che penso è che noi abbiamo passato il testimone ad altri. Abbiamo creato l’Ozzfest perché quando Sharon ha contatto il Lollapalooza per farmi ingaggiare gli hanno risposto che ero un dinosauro. E lei ha detto ‘ Fottetevi allora, faremo il nostro festival ed è quello che è effettivamente successo’.

S: ‘E noi abbiamo suonato all’Ozzfest! Pensi sia possibile per un band al giorno d’oggi avere lo stesso tipo di impatto che hanno avuto i Sabbath? Quale consiglio daresti alle prossime generazioni?’
O:’ Beh, i Metallica non sono sempre stati i Metallica che vediamo adesso. Erano una band d’apertura e ora sono fottuti mostri. Sono bravi ragazzi, brave persone. Un ragazzo qualche tempo fa mi ha detto – incontrerai molte persone. Non fare lo stronzo con loro mentre ti fai strada verso la vetta perché sono le stesse persone che incontrerai scendendo. – Tutti hanno i propri 5 minuti di egocentrismo, fa parte del mestiere, però devi darti una regolata. Guarda dalla mia prospettiva sono onorato che la gente si ispiri a noi ma non sono molto bravo con i consigli. Semplicemente divertitevi!’

S:’Bene. Quindi quando sei stato licenziato nel ’79 e hai incontrato Randy Rhoads e hai avuto successo con la carriera da solista, sei rimasto aggiornato sugli altri componenti dei Sabbath?’
O:’ Loro hanno preso Dio e lui ha incoraggiato loro e ha spronato me. Volevamo fare uno meglio dell’altro Adesso non me ne frega niente. Ah ah ah!’
S:’ Ah, hai realizzato anche tu dei classici comunque...’
O:’ E’ semplicemente quello che è successo. Come quando McCartney ha lasciato i Beatles’
S:’ Sento molte influenze dei Beatles nei tuoi lavori’
O:’ Oh si. I beatles sono stati i miei Black Sabbath, se vogliamo. Ho incontrato McCartney ed è molto onesto. Ha detto che i suoi problemi con la band stava nel fatto che erano carenti sul piano musicale. Ed io ho detto ‘ Beh, fanculo, hanno avuto la migliore line up di sempre.’ Mi piaceva la melodia. Alcune cose troppo sul genere growl non mi piacciono. E odio l’hip hop ah ah ah! Alcuni dei testi però sono straordinari.’
S: ‘Come sei stato in grado di creare musica importante per generazioni?’
O:’E’ una domanda impossibile. La mia musica da solista e quella con i sabbath è un po’ diversa. Ed è uno stile completamente diverso. Ronnie J Dio ha fatto un gran lavoro con i Sabbath perché se vai in qualunque festival metal vogliono tutti essere come lui. Manca terribilmente!’
S:’C’è qualcosa che ti manca e che avresti voluto fare con i Sabbath?’
O:’ Tornare nella band è stato come rimettere dei vecchi stivali. Sono andato a scuola con Tony. Vivevo vicino a Geezer, quindi siamo come fratelli. La cosa triste è che Bill non si è mai particolarmente integrato. Non so quale sia stato il problema perché non sono uno che ama negoziare o contrattare. Non voglio essere coinvolto in queste cose.’
S:’ Molto saggio. So che dovresti riposare la voce per lo show quindi l ultima cosa che vorrei chiederti è: come pensi che i Sabbath verranno ricordati?’
O:’Già il fatto che saremo ricordati è abbastanza. La cosa di cui piu’ sono orgoglioso è che non siamo stati creati da uno qualunque di questi uomini d’affari. Eravamo quattro ragazzi, abbiamo avuto un’idea e ha funzionato. Non rinunciate ai vostri sogni. I sogni sono alla base di tutto questo!’

E con questo il Principe delle tenebre offre una calorosa stretta di mano a Shadows e M.Hammer e corre a prepararsi per lo show. In meno di un ora, andrà in scena per regalare alcune delle piu’ influenti canzoni mai scritte ad una folla di Scozzesi per l’ultima volta con i Sabbath. Dopo questo, farà lo stesso a Leeds, Londra e finalmente Birmingham, dove tutto è iniziato. Certamente non rivedremo lui o i Sabbath di nuovo così e mentre si parla di possibili suoi lavori da solo in futuro, questo atto finale della band è difficile da accettare. ‘Amico, è stato assurdo!’ dice Shadows riguardando qualche scatto di oggi. ‘Hai visto tutte le sue pose? Devo lavorare sulle mie mosse!’ Dove andrà a finire il metal ora che i suoi architetti si stanno ritirando se lo chiedono in molti, ma guardando questi due oggi, sarebbe difficile non credere che finchè ci saranno passione, fede e soprattutto genuinità l’heavy metal troverà sempre la sua strada.


Non ci sono molte band che riescono a riempire la 02 Arena per ben due sere di fila, ma gli Avenged Sevenfold non sono come le altre band. Sbancare a Londra sabato sera la dice lunga sulla grandezza di una band, il cui ultimo disco è stato accolto con sentimenti contrastanti. Un cambiamento radicale ha condotto la band verso una delle date più ambiziose del tour, con il team di produzione Cirque du Soleil che ha dato una grossa mano con la sua “stregoneria.” Ma prima che gli Orange County potessero dimostrare le loro capacità alla capitale britannica, i loro amici avevano qualcosa da dire. Portando i loro “riff deliziosi” alla modesta folla di persone presenti dall’inizio della serata, gli In Flames fanno del loro meglio per vincere su quell’arena che sembrava ambivalente, e che a malapena riesce ad esaltarsi per le leggende di Gothenburg. Si sono esibiti in un palco ristretto davanti ad una tenda nera che nascondeva tutte le cose degli Avenged, hanno eseguito una setlist breve ma audace. Il frontman Anders Fridén ha provato con tutte le sue forze ad animare la gente e a creare l’atmosfera giusta, ma i suoi sforzi sono stati vani, e Cloud Connected viene accolta con pochissimo entusiasmo. Nonostante ciò, gli svedesi hanno continuato con Bullet Ride e Take this Life, ma bisogna dire che era un giro d’apertura piuttosto corto, tratto dal loro nuovo album Battles e non è stata decisamente la mossa migliore, dato che i loro maggiori successi si collocano nel passato. Comunque, non è questa la reazione che meritano dei veterani che suonano da più di 25 anni.
I Disturbed non hanno questo tipo di problemi, con Londra che venera tutto ciò che arriva dalle mani di David Draiman. Una set list composta da 15 canzoni è un po’ troppo per una band di supporto, e toglie un po’ di spazio, ma a giudicare dalle reazioni dei fan, nessuno sarebbe stato capace di chiamarli band di supporto, con più di 10,000 pugni in aria e la stanza riempita dalla pressione di Stricken and The Game. Il momento più ipnotizzante arriva dalla loro cover infame di The Sound Of Silence, arrangiata con pianoforte dal vivo e violini. David si piazza alla fine del palco indossando un lungo mantello, come un predicatore, mentre intorno a lui centinaia di luci dei telefonini illuminano la stanza in una strana seduta meditativa. Dopo, arriva un’altra cover: Land Of Confusion, dei Genesis. È una mossa coraggiosa, e rischiara il clima, ma due cover eseguite dalla band di supporto fanno sorgere parecchie domande. Certamente, quando viene fuori Down With The Sickness, tutta la negatività viene dimenticata mentre dei cerchi di persone ingoiano l’intero pavimento, come sempre.
Dopo aver ascoltato Rocket Moon e Space Oddity durante l’attesa, il palco è finalmente pronto per una delle più grandi band metal del pianeta. Con maxi schermi, un cubo in bilico sopra la folla, è un sovraccarico sensoriale, con immagini del cosmo proiettate intorno all’arena, durante le prossime due ore. Abbiamo un set che comprende tutta la carriera, con le nuove Sunny Disposition e God Damn insieme alla sedicenne To End The Rapture. Nel momento in cui M. Shadows comincia a camminare su e giù per la passerella, in mezzo alla folla, una ragazza scoppia a piangere e un centinaio di fan riescono a toccare il loro eroe. Ogni membro della band è una superstar questa sera, anche il nuovo arrivato Brooks Wackerman, il quale ottiene un bell’assolo, ma Synister Gates sembra un dio del rock lassù, facendo assoli spaziali. Parlando di questo, per la coppia Planets e Acid Rain, l’astronauta gigante della copertina di The Stage comincia a fluttuare sul palco, aggiungendosi al fattore “ma che cavolo sta succedendo?!”. Ma è proprio questa eccentricità a differenziare gli Avenged Sevenfold dai loro colleghi. Qualsiasi band può affittare dei giochi pirotecnici e dei cannoni di fuoco, ma loro hanno superato quella fase con Hail to The King, e questo è sia una presentazione che una dichiarazione di quella che è la loro missione: non torneranno mai indietro al modello tradizionale, ormai tutto va secondo le loro regole. E mentre continuano il tour, la grandezza con cui colpisce A Little Piece of Heaven non prova soltanto che erano strani anche prima, ma che i loro fan adorano questa loro caratteristica. Non si può neanche intuire che cosa faranno la prossima volta, ma siamo più che sicuri di volerci essere assolutamente.
 
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244 replies since 25/11/2007, 17:38   1082 views
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